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Il processo
11 Giugno 2024 - 22:34
Il comando della polizia locale e gli agenti di Cassolnovo
Il pm Paolo Mazza ha rinotificato tutti gli atti di citazione nei giorni scorsi, a termini di legge. Oggi, martedì, davanti al Gup del Tribunale di Pavia Daniela Garlaschelli si è aperta l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio. Per la discussione la giudice ha rinviato al 10 settembre. Sono impegnati nella difesa della ex comandante della polizia locale di Cassolnovo Maria Grazia Pietrapertosa, 62 anni, di Vigevano, l’avvocato Fabio Santopietro e per il vicecomandante Luigi Critelli, 46 anni, pure di Vigevano, l’avvocato Paolo Larceri.
Erano stati arrestati lunedì 16 gennaio 2023 (poi ai domiciliari, ora liberi) con le accuse di concussione, falso in atto pubblico, indebita induzione a dare o promettere utilità e stalking nei confronti di un collega dello stesso Comando. Nella prima richiesta di rinvio a giudizio da parte del Pm Paolo Mazza era rimasta solo la concussione, ma nei termini previsti, alcune settimane fa, sono stati rinotificate anche le altre accuse di falso, stalking e induzione indebita. Il Comune di Cassolnovo si è costituito parte civile con l’avvocato Gianluigi Tizzoni. I fatti che hanno condotto agli arresti con le pesanti accuse non sono collegati fra di loro, ma sono partiti dalla denuncia presentata per un fermo di due moto da cross, senza targa e senza assicurazione, di proprietà di due giovani cassolesi. Anche loro si sono costituiti parte civile.
Sul tema delle moto la ex comandante, oggi, ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni spontanee. Quando ha parlato con la mamma di uno dei ragazzi si sarebbe svestita della sua carica istituzionale e avrebbe cercato di consigliare il modo migliore per uscire da quella situazione, che era quello di vendere le moto. Ma la sua interlocutrice si era portata un registratore e aveva poi consegnato la conversazione alla Procura.
Oltre a questo fatto si sono aggiunti gli episodi di falso, lo stalking nei confronti di un collega e l’induzione indebita. Un reato, quest’ultimo, che parrebbe – secondo la tesi sostenuta dal difensore Fabio Santopietro – già superato da successivi accertamenti. Era la revisione di un camion a cui la Motorizzazione aveva concesso tempi diversi. Tutto questo sarebbe documentato.
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