Cerca

Il processo

Delitto della Morsella, il Pm chiede trent’anni per Antonio e Claudio Rondinelli

La richiesta per Carmela Calabrese è stata di 16 anni. Le parti civili concordano con il Pm per il sequestro conservativo dei beni degli imputati. La sentenza in Corte d’Assise a Pavia fra una settimana

Bruno Romani

Email:

bruno.romani@ievve.com

17 Giugno 2024 - 18:41

Delitto della Morsella, il Pm chiede trent’anni per Antonio e Claudio Rondinelli

L'auto bruciata fu trovata alla frazione Morsella

Gli imputati del delitto della Morsella si sono sempre trincerati dietro il silenzio. Perse la vita Mohammed Ibrahim Mansour, egiziano di 44 anni e questa mattina, lunedì, il Pm Andrea Zanoncelli nella sua requisitoria davanti alla Corte d’Assise di Pavia, presieduta dalla giudice Elena Stoppini, ha riesaminato il caso e ricostruito indagini e momenti, interrogatori e soprattutto tabulati delle celle telefoniche dei familiari e durata delle telefonate di quell’11 gennaio 2023. Concludendo, dopo due ore di racconto ha chiesto per i due imputati Antonio Rondinelli, 60 anni, e per il figlio Claudio di 40, la pena di 30 anni di carcere. «Non posso chiedere attenuanti – ha detto – si può anche non confessare, ma non abbiamo sentito una parola di dispiacere per quel che è successo». Per Carmela Calabrese, 57 anni, moglie di Antonio e madre di Claudio, data l’incensuratezza, la pena chiesta è stata di 16 anni.

Il Pm Andrea Zanoncelli

Durante la requisitoria Antonio Rondinelli ha alzato la voce, interrompendo il Pm: «Non è vero!». Si riferiva al passaggio relativo a una telefonata. La presidente della Corte d’Assise ha sospeso e redarguito. Nella ricostruzione di Andrea Zanoncelli si è appreso che dopo una fitta serie di contatti telefonici tra i familiari, ecco che Carmela accetta di parlare con Ibrahim e sta al telefono venti minuti. «È stato il tempo necessario a tenere Ibrahim nel capannone di Cassolnovo affinchè marito e figli lo raggiungessero - ha argomentato il Pm -. Alle 20,35 finisce la telefonata e alle 20,36 Ibrahim scrive su whats’app “sto morendo”. Alle 21,11 non è più vivo e le spunte sul telefono restano grige. È in questo lasso di tempo che la persona è morta».

L'avvocato Fabio Santopietro

Questa mattina è stata anche la volta dell’avvocato Fabio Santopietro che ha parlato dopo il Pm per conto delle parti civili, lo zio Mohamed Mohamed Hussein Eid; la sorella Eman Ibrahim Mansour; il padre a la madre (che sono rimasti in Egitto) e la figlia Sara Mohamed Mohamed. Santopietro ha voluto affrontare le «ragioni e le dinamiche» che hanno portato al delitto. Queste sarebbero connesse alla richiesta di adottabilità. Per avere Sara, Ibrahim deve avere una casa e un lavoro. Ecco a questo punto le pressioni sulla famiglia Rondinelli che asseconda e intercede, ma solo sino ad un certo momento. «Poi cambia direzione - dice l'avvocato - con atteggiamenti ostativi, ostracismo e boicottaggio». Aggiunge: «Ibrahim aveva un affetto incredibile per Sara che voleva riavere». Infine concorda con le richieste del Pm sul sequestro conservativo degli immobili della famiglia Rondinelli.

Gli imputati: Carmela Calabrese, Antonio Rondinelli e Claudio Rondinelli

L’omicidio avvenne nel capannone di Cassolnovo, che la famiglia Rondinelli, residente a Cilavegna, aveva concesso a Ibrahim per lavorare. L'11 gennaio 2023 furono sparati colpi a bruciapelo, con una pistola e due fucili. Quattro di questi proiettili lo colpirono. Massimo Rondinelli, 35 anni, fratello di Claudio, che è già stato condannato a 19 anni di reclusione con rito abbreviato ed è reo confesso non ha mai ammesso di essere stato in compagnia del padre e del fratello. Poi il corpo dell’egiziano fu nascosto sotto ad alcune lamiere. Due giorni dopo, con la complicità di Luigi D’Alessandro, 37 anni, allora compagno di un’altra figlia dei Rondinelli, Elisa, il cadavere venne caricato sulla Audi A3 di Ibrahim e trasferito nelle campagne della frazione Morsella. Qui l’auto fu bruciata con kerosene e benzina. La scoperta venne fatta nel pomeriggio del 14 gennaio da un passante. I carabinieri sospettarono subito che quelle ossa carbonizzate trovate a bordo potessero essere di un uomo.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su L'informatore

Caratteri rimanenti: 400