Cerca

Il processo

Delitto della Morsella: trent'anni ciascuno ai tre imputati Antonio e Claudio Rondinelli e alla mamma Carmela Calabrese

La sentenza della Corte d’Assise di Pavia presieduta dalla giudice Elena Stoppini è stata letta oggi (lunedì). Per la donna il Pm Andrea Zanoncelli aveva chiesto 16 anni, ma la giuria è stata più severa. Più di 700 mila euro i risarcimenti per le parti civili

Bruno Romani

Email:

bruno.romani@ievve.com

24 Giugno 2024 - 17:59

Delitto della Morsella: trent'anni ciascuno ai tre imputati Antonio e Claudio Rondinelli e la mamma Carmela Calabrese

I Ris nel capannone di Cassolnovo e (nel riquadro) Mohammed Ibrahim Mansour

L’omicidio è quello dell’egiziano Mohammed Ibrahim Mansour, 44 anni, il cui corpo era stato trovato il 14 gennaio 2023 quasi completamente carbonizzato a bordo della sua auto Audi A3 nelle campagne della frazione Morsella di Vigevano. Per quell’atto delittuoso sono finiti davanti alla Corte d’Assise di Pavia Antonio Rondinelli, 60 anni e il figlio Claudio, 40. Con loro era alla sbarra anche Carmela Calabrese, moglie di Antonio e mamma di Claudio.

Gli imputati: Carmela Calabrese, Antonio Rondinelli e Claudio Rondinelli

La Corte d’Assiste e la giuria popolare presieduta dalla giudice Elena Stoppini oggi hanno formulato il dispositivo della sentenza di primo grado. Hanno inflitto trent’anni di carcere a tutti e tre. Nella scorsa udienza (lunedì 17 giugno) il pm Andrea Zanoncelli aveva chiesto 30 anni per padre e figlio, ma solo 16 per la mamma, data l’incensuratezza. Un fattore di cui la corte non ha tenuto conto equiparando la sua responsabilità a quella del marito e dei figli che si sarebbero macchiati fisicamente del delitto. Va ricordato che un altro fratello, Massimo Rondinelli, 35 anni, era già stato condannato (a febbraio) dal Gup con rito abbreviato a 19 anni di carcere. Anche lui avrebbe fatto parte del trio che ha organizzato la spedizione al capannone di Cassolnovo avvenuta dopo le ore 20 del giorno 11 gennaio 2023. Qui gli avrebbero sparato. Carmela Calabrese sarebbe stata a casa, mandante dell’omicidio.

Le difese, però, questa mattina avevano chiesto l’assoluzione per tutti e tre gli imputati. Per l’avvocato Rosemary Patrizi Dos Anjos, del foro di Milano, Carmela Calabrese non sarebbe mai stata in grado di organizzare l’omicidio. «È fantascienza». Per Claudio Rondinelli ha parlato alla Corte l’avvocato Francesca Quarto, chiedendone l'assoluzione. E il legale di Antonio Rondinelli, Guglielmo Panucci, ha addirittura messo in dubbio che il delitto sia avvenuto nel capannone di Cassolnovo. Gli avvocati hanno già preannunciato che dopo la lettura delle motivazioni si prepareranno per un ricorso in appello.

L’avvocato Fabio Santopietro difendeva le parti civili, lo zio Mohamed Mohamed Hussein Eid; la sorella Eman Ibrahim Mansour; il padre a la madre (che sono rimasti in Egitto) e la figlia Sara Mohamed Mohamed (quest'ultima è figlia di Daniela, la più giovane dei fratelli Rondinelli). I risarcimenti sono stati in totale di circa 760 mila euro ripartiti tra i parenti della vittima. «Noi siamo soddisfatti - ha commentato l'avvocato vigevanese - puntavamo alla ricerca della verità, che è avvenuta all'interno del perimetro probatorio documentato in aula».

La storia dell’omicidio coinvolge anche Luigi D’Alessandro, ai tempi compagno di un’altra figlia dei Rondinelli, Elisa. Avrebbe partecipato all’occultamento del cadavere, tre giorni dopo l’omicidio, aiutando i Rondinelli a trasferirlo alla Morsella. Per questo reato è in corso una richiesta di patteggiamento.

Il movente del delitto, come si era fin da subito ipotizzato, era stata la richiesta di Mohammed Ibrahim di avere una casa. Aveva avuto anni addietro da Daniela, la minore dei fratelli Rondinelli, la piccola Sara. Ora sarebbe andata in affido e Ibrahim la voleva rivendicare, per questo aveva bisogno di una casa, altrimenti il giudice non gliel'avrebbe data. Quell’11gennaio 2023 i Rondinelli avevano comunicato a  Ibrahim che la casa non potevano intestargliela, perché non era regolarmente accatastata e il notaio non voleva fare il rogito.  Tutto questo ha scatenato una lite tra le parti che si sarebbe conclusa con la decisione estrema dei Rondinelli di andare nel capannone di Cassolnovo.

 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su L'informatore

Caratteri rimanenti: 400