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operazione "Mister muscolo"

Traffico di sostanze dopanti scoperto a Verbania: maxi sequestro di 12mila farmaci. Coinvolta anche la provincia di Pavia

Trovate anche 400 compresse di Rivotril, utilizzato come "droga dello stupro". Nove le persone indagate

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

28 Giugno 2024 - 17:50

Traffico di sostanze dopanti scoperto a Verbania: maxi sequestro di 12mila farmaci. Coinvolta anche la provincia di Pavia

Le indagini della Guardia di finanza di Verbania

Le Fiamme Gialle del Comando provinciale di Verbania hanno smantellato una vasta rete di commercializzazione di farmaci e sostanze dopanti vietate, incluse nella lista della WADA (Agenzia Mondiale Antidoping). Durante l'operazione – denominata "Mister muscolo" sono stati sequestrati oltre 12mila prodotti farmaceutici, tra cui flaconi, fiale e compresse, alcune delle quali utilizzate per trattamenti oncologici o in ambito veterinario, disponibili solo con prescrizione medica. Tra i farmaci ritrovati, anche 700 fiale di Nandrolone e 400 compresse di Rivotril – quest'ultimo considerato ad elevata pericolosità sociale per il suo uso improprio come "droga dello stupro" –, entrambe sostanze incluse nelle tabelle delle sostanze stupefacenti.

L'operazione, coordinata dalla Procura di Verbania, è partita da un precedente sequestro avvenuto nel novembre 2021, quando un cittadino italiano aveva tentato di introdurre sostanze dopanti in Svizzera. Gli investigatori hanno tracciato oltre 3.600 spedizioni sospette, scoprendo una rete che coinvolgeva bodybuilder e personal trainer di successo a livello nazionale e internazionale. Le indagini hanno coinvolto diverse province – oltre Verbania, Novara, Pavia, Ascoli Piceno e Roma – oltre alla vicina Confederazione Elvetica.

«La ricezione degli ordini, spediti sotto falso nome, avveniva per mezzo di messaggistica istantanea criptata o soggetta ad autodistruzione in chat segrete – fanno sapere dalla Guardia di Finanza di Verbania – utilizzando schede telefoniche intestate a soggetti di fatto inesistenti, effettuando i pagamenti in contanti o tramite carte prepagate, alcune delle quali attivate on-line presso istituti di credito esteri, avvalendosi di documenti d’identità contraffatti. L'autorità giudiziaria ha richiesto il rinvio a giudizio per nove persone, sei delle quali hanno patteggiato, ricevendo condanne che vanno da un anno a un anno e otto mesi di reclusione, in parte commutati in lavori di pubblica utilità».

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