Cerca

Operazione “Caronte”

Truffe agli anziani: smantellata una banda che agiva anche in provincia di Pavia

Le indagini della Squadra mobile di Vercelli. Arrestate 14 persone

Ilaria Dainesi

Email:

ilaria.dainesi@ievve.com

02 Luglio 2024 - 15:35

Si spostavano in varie province del Nord Italia, tra Lombardia e Piemonte, per compiere truffe ai danni soprattutto di anziani. Sono 27 gli episodi – alcuni dei quali avvenuti in provincia di Pavia – ricostruiti dalla polizia di Stato di Vercelli nell’ambito dell’operazione “Caronte”, che ha portato all’esecuzione di 14 misure di custodia cautelare in carcere. Tra i fermati anche un gruppo di nomadi di nazionalità polacca, imparentati tra loro, che dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe agli anziani, sostituzione di persona e ricettazione.

L’operazione “Caronte” ha consentito di fare luce su 27 episodi di truffa commessi dal sodalizio nelle province di Vercelli, Novara, Biella, Lodi, Alessandria, Pavia, Varese, Como, Milano e Monza.

Le indagini sono partite nell’aprile scorso e sono state dirette dal sostituto procuratore Rosamaria Iera, impegnando la Squadra Mobile di Vercelli, insieme alle Squadre Mobili delle regioni Piemonte e Valle d’Aosta, coordinate dal Servizio centrale operativo. Complessivamente, i malviventi sono riusciti a sottrarre contanti e gioielli per un valore che si aggira intorno ai 400mila euro.

«Nelle decine di casi accertati – fanno sapere dalla polizia di Stato di Vercelli – le vittime hanno denunciato di aver ricevuto una telefonata da un appartenente alle forze dell’ordine, da un avvocato o addirittura da un familiare, il quale riferiva di un incidente stradale, in realtà mai avvenuto, in cui era rimasto coinvolto un parente della vittima; per evitare conseguenze infauste, giudiziarie o di salute, per il parente coinvolto il sedicente professionista asseriva che fosse necessario consegnare loro urgentemente una cospicua somma di denaro e, laddove la vittima non fosse in grado di raggiungere la somma richiesta, i truffatori la convincevano a consegnare tutti monili e gli ori di famiglia nella sua disponibilità. Dall’attività investigativa è emersa l’assoluta versatilità ed interscambiabilità dei sodali, che potevano fungere tanto da telefonisti chiamati a trarre in inganno le anziane vittime quanto da sedicenti incaricati al ritiro dei preziosi, talvolta qualificandosi come appartenenti all’Arma dei Carabinieri, come addetti dell’ospedale, impiegati di uno studio legale o addirittura come parente stretto della vittima».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su L'informatore

Caratteri rimanenti: 400