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Omicidio Giuseppe Sgroi: domani mattina le udienze di convalida dei fermi

La versione del fratello: si trovava in un’altra stanza della casa quando è iniziata l’aggressione. Il suo avvocato chiederà di disporre una perizia psichiatrica

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

29 Agosto 2024 - 18:47

Omicidio Giuseppe Sgroi: domani mattina le udienze di convalida dei fermi

L'appartamento di via dei Mille è stato posto sotto sequestro dai carabinieri (nel riquadro, Giuseppe Sgroi)

Per l’omicidio di Giuseppe Sgroi, 54 anni, sono attualmente in stato di fermo il fratello Massimo, 52 anni, e l'amico Giuseppe Di Stefano, 34 anni. Quest'ultimo viveva con loro da alcuni mesi (pare da maggio) nell’appartamento che i due fratelli avevano ereditato dai genitori, in via dei Mille 27, a Cilavegna. Qui, nella notte tra martedì e mercoledì, Giuseppe Sgroi è stato ucciso in un pestaggio brutale, dopo essere stato ripetutamente colpito con dei pugni in pieno volto; il suo corpo è stato trovato riverso sul pavimento della cucina con un «evidente trauma facciale». L’alloggio si presentava interamente devastato, con arredi e porte distrutte. Il fratello e l’amico, ancora in casa all’arrivo dei carabinieri, sono in carcere, accusati di omicidio volontario. Domani mattina, venerdì, si svolgeranno le udienze di convalida dei fermi davanti al Gip.

L’avvocato Alessandra Zerbi, che assiste Di Stefano, in questa fase non rilascia dichiarazioni; il suo assistito mercoledì mattina ha scelto di non rispondere al pubblico ministero durante l’interrogatorio in caserma.

Ha invece fornito la propria versione dei fatti il fratello della vittima, Massimo, assistito dall’avvocato Valentina Zecchini Vaghi. «Ha negato qualsiasi addebito nei suoi confronti – dichiara la legale di Massimo Sgroi –, spiegando che al momento dell’aggressione si trovava in un’altra stanza, dove stava guardando lo sport in tv. A un certo punto ha sentito un tonfo e si è precipitato a vedere cosa stesse succedendo. Ha trovato il fratello a terra, sanguinante, e ha cercato di soccorrerlo e di difenderlo, per questo si sarebbe procurato alcuni graffi». Proprio per chiarire questa versione, insieme ad altre circostanze, verrà effettuato l’esame del Dna sui campioni biologici che sono stati prelevati ai coinquilini.

L’avvocato di Massimo Sgroi chiederà inoltre di disporre una perizia psichiatrica sul suo assistito, che ieri si è mostrato molto provato durante l’interrogatorio davanti al pubblico ministero, la dottoressa Valentina Terrile. «Credo occorra una valutazione generale – spiega il legale – perché ieri è apparso in stato confusionale. Ha pianto, alternando diversi stati emotivi. È stato necessario calmarlo più volte. Chiederò inoltre una misura cautelare meno restrittiva rispetto al carcere».

COSA HA SCATENATO IL PESTAGGIO?

La furiosa litigata di martedì notte sarebbe la prosecuzione di altri diverbi che già in passato ci sono stati fra i tre coinquilini. Massimo Sgroi avrebbe raccontato al pm che il fratello e Di Stefano avevano più volte litigato per ragioni di convivenza domestica. E ha specificato di non aver condiviso la scelta del fratello di voler ospitare Di Stefano all’interno del loro alloggio. Tra i coinquilini ci sarebbero state discussioni perfino legate all’utilizzo dei prodotti acquistati durante la spesa al supermercato. Martedì sera, secondo il racconto fornito dal fratello della vittima, avrebbero cenato insieme consumando una bottiglia di whisky.

Anche tra i fratelli Sgroi pare che i rapporti fossero spesso tesi; Massimo non lavorava da anni e dipendeva economicamente dalla vittima, che invece aveva un impiego nel settore della raccolta rifiuti. Nel passato di Giuseppe Sgroi c’è stata anche una breve esperienza politica, durata poco più di un anno tra il 2020 e il 2021 come consigliere comunale a Cozzo.

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