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Il calendario dell’Arma 2025 con le tavole dell’artista pavese Marco Lodola

“I Carabinieri e i giovani” è il tema della 92esima edizione. A Pavia l'opera è stata presentata dal Comandante provinciale, il colonnello Marco Iseglio

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

31 Ottobre 2024 - 17:48

È stata curata dall'artista pavese Marco Lodola, originario di Dorno, la veste grafica del calendario storico 2025 dell’Arma, quest’anno dedicato al tema “I Carabinieri e i giovani”. Questa mattina, giovedì, il Comandante provinciale dei carabinieri di Pavia, il colonnello Marco Iseglio, ha sottolineato come l’edizione di quest’anno sia particolarmente significativa sia per il contributo dell'artista pavese, sia per la scelta di affrontare, attraverso un taglio letterario, tematiche di stretta attualità che rendono il calendario uno strumento di dialogo tra generazioniOgni tavola è accompagnata dai testi dello scrittore Maurizio de Giovanni, autore delle collane "Il Commissario Ricciardi", "I bastardi di Pizzofalcone", "Mina Settembre". Si tratta di lettere che un maresciallo Comandante di Stazione, rimasto vedovo, scrive al figlio – uno studente alle prese con le complesse sfide dell’adolescenza e il dolore per la scomparsa della madre. Attraverso la forma epistolare il maresciallo racconta del proprio lavoro, parlando in maniera empatica ed efficace di tematiche quali il bullismo, le dipendenze da droghe, il rispetto per l’altro, la legalità, i pericoli del web, la salvaguardia dell’ambiente, l'inclusività, la solitudine sociale.

La pubblicazione del calendario, giunta alla sua 92esima edizione, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949 venne ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di essa, della storia d’Italia. 

Il calendario è stato tradotto in otto lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, giapponese, cinese e arabo) oltre che in sardo e friulano, e ha una tiratura di un milione e 200mila copie.

Prefazione del Signor Comandante Generale, Gen. C.A. Teo Luzi

Se c’è un tempo della vita che non va mai sprecato, è quello in cui parliamo ai giovani. Sono semi che gettiamo perché il futuro sia più bello e rigoglioso. A questo fine bisogna piantare i Valori, radici salde e rami alti che guardino al cielo.

Maurizio de Giovanni è un grande autore del nostro tempo. La sua Napoli del Commissario Ricciardi, dei Bastardi di Pizzofalcone e di Mina Settembre, romanzi divenuti serie televisive di enorme successo, è riscatto dal crimine e slancio verso una società più umana e più giusta. Non potevamo che affidare a lui un lavoro sulla legalità dedicato alle nuove generazioni, che toccasse i temi su cui si gioca la loro partita.

Ci accompagnano in questo viaggio le pregevoli illustrazioni di Marco Lodola, artista pop affermato nel mondo, esponente del Nuovo Futurismo che di recente ha “arredato” con le sue sculture luminose le facciate e le vetrine di prestigiose boutique a Roma, New York, Parigi, Singapore, e poi le Gallerie Lafayette di Doha in occasione dei mondiali di calcio nel Qatar.

È molto bella l’idea di un maresciallo che, con brevi e incisive lettere, racconta al figlio il suo lavoro e la sua anima da carabiniere. La moglie è mancata ma lui e il ragazzo sono rimasti una famiglia, “lo sono forse anche di più”. Così il padre decide di trasmettere ciò che ha appreso dalla sua esperienza, con parole semplici e tese a squarciare il velo di incomunicabilità che a volte separa i figli dai genitori. Lo fa con un amore che non si vergogna di manifestare, perché bisogna sempre dire ti voglio bene, “meglio una volta in più che una in meno”.

Ammonisce il giovane a guardarsi dalla droga, che fa diventare “vigliacchi, bugiardi, codardi, ingannevoli”. Che fa “andare via, in un inferno profondo” dal quale “non si torna più”. Lo esorta a trattare la città come se fosse casa sua, a star lontano dai “branchi”, a bandire qualunque forma di bullismo, a rispettare le donne. Gli ricorda che chi ha ragione “non ha mai bisogno di urlare”.

È un testamento morale da conservare nella vita, che farà crescere entrambi. Ma la storia di una piccola famiglia acquista, attraverso i toccanti insegnamenti di un maresciallo, una valenza universale. Esprime i sentimenti e l’impegno che ogni buon carabiniere, ogni buon cittadino deve avere verso il suo prossimo. Se tutti educhiamo i figli al rispetto dell’altro, la partita del futuro è già vinta.

All’orizzonte ci sono sfide importanti: salvaguardare il pianeta, conservare la pace, gestire al meglio l’intelligenza artificiale scongiurando i rischi per una democrazia conquistata a fatica nel corso dei secoli. In queste pagine, che spero saranno apprezzate, c’è un’idea su come affrontarle.

Ancora una volta il Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri valorizza le arti, che nel Bel Paese sono di casa, senza dimenticare il loro valore educativo. Ancora una volta è la nostra occasione per augurare a tutti i lettori un Nuovo Anno ricco di gioia e serenità.

 
 

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