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VIGEVANO
28 Novembre 2024 - 11:57
Andrea Ceffa, è sindaco di Vigevano dal settembre del 2020
Vigevano, alba del 30 novembre 2022. Davanti a Palazzo municipale, in una città avvolta da una leggera foschia, sono appostati giornalisti e fotografi. Attorno alle 8 un’auto, con a bordo i consiglieri di minoranza Alessio Bertucci, Emanuele Corsico Piccolini (entrambi del Pd), Silvia Baldina (M5S) e Giuseppe Squillaci (all’epoca in Azione), arriva in Comune. Con loro anche una persona in qualità di delegato per la consegna delle dimissioni di alcuni consiglieri. Pronti a rassegnare il mandato insieme a Furio Suvilla (anche lui all’epoca in Azione), Arianna Spissu e Carlo Santagostino (Pd), Luca Bellazzi e Luca Mazzola (Polo Laico) ed ai quattro esponenti della maggioranza: Riccardo Capelli (Fdi), Silvia Montagnana (eletta nelle fila di Fdi e poi dichiaratasi indipendente), Giulio Onori e Rimma Garifullina (all’epoca consiglieri della Lega).
Mercoledì 30 novembre 2022: alle ore 8 arriva in Comune un'auto con a bordo alcuni consiglieri comunali di minoranza
Alle 8,05 le tredici lettere di dimissioni dei consiglieri - che significano decadenza immediata di sindaco, giunta e consiglio e porte spalancate al commissario prefettizio sino all’indizione delle nuove elezioni - sono state timbrate dal Protocollo e le ricevute delle stesse consegnate ai delegati. Ma mentre sono in corso le operazioni, alle 8,14 arrivano il consigliere Capelli insieme alla capogruppo della Lega Daniela Carignano edall’assessore alla sicurezza Nicola Scardillo. Nel piccolo ufficio entrano anche altri esponenti della maggioranza. Si sentono voci concitate, qualcuno della minoranza esce per chiamare le forze dell’ordine. Che arrivano puntualmente e verbalizzano quanto accaduto. Ed è in questo parapiglia che “scompare” la lettera di dimissioni del capogruppo di Fdi che nella notte avrebbe ripensato alla scelta di qualche ora prima ed inviato una pec per revocare le proprie dimissioni.
Il consigliere comunale di Fratelli d'Italia (a destra) Riccardo Capelli, arriva in Comune accompagnato dall'assessore alla sicurezza Nicola Scardillo, esponente dello stesso partito, per revocare le proprie dimissioni e ritirare la lettera con la quale aveva deciso di rassegnare il mandato da consigliere. Nella notte aveva inviato una pec al Comune di Vigevano
Bagarre all'ufficio protocollo del Comune di Vigevano: alcuni consiglieri di minoranza, dopo la sparizione della lettera di Capelli, chiamano la Polizia Locale
La congiura contro il sindaco Ceffa, che cade nel giorno di Sant’Andrea, onomastico del primo cittadino, finisce nelle mani del Prefetto di Pavia. E si tratta sicuramente di una “palla avvelenata”, tra lettere che spariscono e poi riappaiono in copia; voci e interpretazioni contraddittorie, “sono 12 le lettere di dimissioni”, “no sono 13”, pec che vengono inoltrate a Prefettura e Ministero con allegate le 13 missive dei consiglieri dimissionari. Un autentico ginepraio che dovrà giocarsi sulla formalità dei documenti, tra il regolamento dei flussi di comunicazione interni al Comune di Vigevano ed il decreto legislativo dell’agosto del 2000 che ha stabilito requisiti stringenti per la presentazione delle dimissioni dei consiglieri comunali. Sul “caso Vigevano” dalla Prefettura di Pavia arriva un laconico «si tratta di una vicenda ancora da approfondire». Il verdetto della Prefettura arriva nel giro di poche ore. Venerdì 2 dicembre la conferma che la lettera sparita non può essere considerata. Sindaco e giunta restano in carica.
«In questi giorni ho girato per la città. A testa alta. Sì, vado in giro a testa alta, senza vergogna, a differenza di altri...». Un fiume in piena Andrea Ceffa che nel primo pomeriggio di venerdì 2 dicembre, poche ore dopo la decisione della Prefettura, convoca una conferenza stampa a Palazzo municipale, in aula consiliare.
In quella occasione il sindaco evidenziò un aspetto che definì inquietante: «Un sindaco può essere mandato a casa, ci mancherebbe. Questa è democrazia. Ma quanto ho letto sui giornali locali è inquietante. Gianpietro Pacinotti (ex assessore di Fi) presente mercoledì mattina alla consegna delle dimissioni all’ufficio protocollo, ha detto che l’accelerata a questa congiura è arrivata nel preciso istante in cui si sono aggregate “persone molto conosciute in città”. Questo significa che al di fuori del consiglio comunale, qualcuno ha organizzato una congiura per mandare a casa un’amministrazione legittimamente eletta. Mi vengono i brividi. Per questo motivo voglio andare a fondo di questa regia extraconsiliare. Non penso che tutti i consiglieri di opposizione si siano prestati a questo gioco che non è politico, ma che arriva da qualcuno di esterno».
L'ex assessore di Forza Italia, Gianpietro Pacinotti (nella foto a sinistra al telefono) davanti all'ufficio protocollo del Comune di Vigevano la mattina del 30 novembre di due anni fa
«Solitamente la crisi ha una genesi, ma fino a prima di mercoledì 30 novembre non c’era stato alcun segnale da parte dei consiglieri di maggioranza che, insieme all’opposizione, hanno messo in atto questa manovra: mandare a casa un’amministrazione legittimamente eletta dai cittadini. Nessuno, ripeto, dei consiglieri che hanno rassegnato le dimissioni, aveva fatto emergere problemi o dissapori. C’è sempre stato un confronto, come si fa all’interno di una squadra. Nessuno dei quattro aveva mai manifestato del disagio».
Andrea Ceffa durante la conferenza stampa di venerdì 2 dicembre 2022 a Palazzo municipale
I termini usati dal sindaco Andrea Ceffa in quella occasione. «Se avessero avuto dei disagi, delle lamentele, se ne poteva parlare, per il bene della città. La congiura attuata non è sicuramente nella direzione del bene comune». E sul fatto che non c’erano state avvisaglie - anche se al Palazzo erano giunte voci di questo “golpe” già nel mese di giugno 2022, voci che si erano intensificate nelle ultime settimane - «il consigliere Onori (eletto nelle fila della Lega, uno dei dimissionari n.d.r.) è stato con noi alla preconsiliare di lunedì e non ha detto nulla di significativo rispetto ai punti che dovevamo discutere». Per la cronaca Onori, nella serata consiliare di martedì 29 novembre 2022, quella che ha visto l’assenza totale dei consiglieri di opposizione unitamente a parte di quelli della maggioranza, non era presente in aula. «Sì, continuerò ad usare il termine tradimento. Tradimento perché non hanno avuto il coraggio di affrontarmi de visu».
I consiglieri comunali presenti nel primo pomeriggio di venerdì 2 dicembre in sala consiliare. In seconda fila, prima da sinistra, la consigliera Roberta Giacometti
«Un fatto grave, senza dubbio - aveva detto in quella conferenza stampa di due anni fa Ceffa - sono stato io il primo a chiedere chiarimenti alla dirigente del Protocollo che ha presentato denuncia contro ignoti per lo smarrimentodel documento di dimissioni del consigliere Capelli». Capelli che «la sera del 29 novembre aveva comunicato che voleva ritirare la delega che aveva conferito ad una terza persona. Delega che poteva essere revocata in qualsiasi momento e che avrebbe provveduto il giorno dopo - l’appuntamento era per le 8,20 davanti all’ufficio protocollo - a ritirarla insieme alla lettera di dimissioni. Invece hanno “scortato” il soggetto delegato per impedirgli di incontrare Capelli. E questo è un fatto gravissimo».
L’ufficio, aveva spiegato il primo cittadino quel pomeriggio, apre al pubblico (previo appuntamento) alle 8,30. «Ma la funzionaria è presente anche prima dell’orario di apertura». E mercoledì le porte sono state aperte alle 8 in punto. «L’apertura anticipata e l’anticipo stesso dell’orario di appuntamento che era stato fissato dai consiglieri alle 8,20, ha impedito a Capelli di esercitare il suo diritto. E questa è la dimostrazione che, consapevoli della volontà di revocare le dimissioni da parte di Capelli, i registi di questa operazione hanno anticipato i tempi. Hanno fatto una forzatura». Ma questa “apertura straordinaria” non è stata ancora politicamente digerita. «Sia chiaro, non voglio fare alcuna colpa agli uffici visto che alla base c’è stata una mossa scorretta. Ma a questo punto chiederò che l’Ufficio Protocollo apra alle 8, per tutti i cittadini e senza appuntamento...».
«Da oggi si gioca a carte scoperte. Come a poker il bluff è stato svelato. Per il bene della città ci sono obiettivi importanti da raggiungere e da portare avanti. Se hanno una sola faccia, chi della maggioranza voleva dimettersi, lo faccia in consiglio comunale, con dimissioni singole. Non vi andiamo più bene? Lasciate. In questi giorni ho incontrato per strada tantissimi cittadini. Non hanno capito nulla di quanto avvenuto. Anzi, hanno capito che il vero senso di questa operazione non è politico».
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