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La vicenda

L’inchiesta che ha portato agli arresti il sindaco di Vigevano: i primi inquisiti si avvalgono della facoltà di non rispondere

Gli interrogatori di garanzia questa mattina (lunedì) per Gabbi e Passarella, direttore e amministratore unico di Asm. Domani e mercoledì gli altri

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

02 Dicembre 2024 - 18:00

L’inchiesta che ha portato in carcere il sindaco di Vigevano. I primi arrestati si avvalgono della facoltà di non rispondere

I carabinieri escono dal Comune di Vigevano

Dopo il terremoto che ha sconvolto il Comune di Vigevano la scorsa settimana, oggi, lunedì, sono iniziati i primi interrogatori di garanzia. Per ora gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa; la consigliera comunale Roberta Giacometti, avvocata di 43 anni, eletta nella lista civica Vigevano Riparte; l’amministratrice unica di Asm Vigevano e Lomellina Veronica Passarella, 52 anni, consulente del lavoro; Matteo Ciceri, 49 anni, amministratore unico di Vigevano distribuzione gas e il direttore amministrativo di Asm Vigevano e Lomellina Alessandro Gabbi, 52 anni.

Questa mattina con l’assistenza legale dell’avvocato Marcello Caruso di Pavia Gabbi e Passarella si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il motivo è meramente tecnico. Il loro difensore ha la necessità di studiare in maniera più approfondita le carte dell’inchiesta. Il secondo passaggio avverrà domani mattina e il terzo mercoledì sentendo gli indagati che hanno ricevuto l’ordinanza di custodia firmata dal Gip del Tribunale di Pavia Luigi Riganti su richiesta della Pm Chiara Giuiusa, che ha condotto l’indagine.  

La vicenda si divide in due azioni contrapposte e sarebbe iniziata prima della cosiddetta “Congiura di Sant’Andrea” del 30 novembre 2022. In quella data fallì la presentazione di firme contestuali di consiglieri comunali per far cadere l’amministrazione comunale. In precedenza ci sarebbero stati gli interessamenti dell’europarlamentare Angelo Ciocca e dell’imprenditore Alberto Righini, costruttore edile, vice presidente regionale di Ance, per convincere una consigliera comunale a dimettersi. È indagata anche la compagna di Righini, Alice Andrighetti. L’operazione corruttiva non andò in porto, ma secondo la Procura di Pavia ci sarebbe stato il tentativo. Tanto che il politico di San Genesio e l’imprenditore vigevanese hanno ricevuto un avviso di garanzia e sono indagati. Non solo, per Righini il magistrato ha presentato una richiesta di misura interdittiva sulla limitazione temporanea di alcune attività professionali e imprenditoriali. Anche su queste dovrà decidere il Gip. Il tentativo di corruzione sarebbe provato solo su una consigliera comunale, Emma Stepan. Le avrebbero offerto 15mila euro perché si dimettesse, ma lei non accettò. Ci furono dopo quell'episodio querele di parte e relative controquerele. Uno di questi esposti arrivò dallo stesso sindaco Andrea Ceffa. Fu così che la magistratura iniziò a indagare.

Dopo il fallimento della “congiura” però il primo cittadino si è trovato a operare con una maggioranza risicata del proprio consiglio comunale. Era quindi necessario blindare ogni esponente eletto. Una posizione incerta era quella della consigliera comunale Roberta Giacometti a cui venne promessa una consulenza. Non poteva essere assegnata direttamente lei, essendo una consigliera comnunale, ma su richiesta del sindaco di Vigevano, secondo la Procura, Asm l’affidò alla sua collega di studio. La cifra concordata era quella di 6 mila euro l’anno, a partire dal giugno 2023. La consulenza non serviva a nulla avrebbero detto i dirigenti di Asm, in quel momento intercettati. Veniva assegnata solo allo scopo di assicurare la fedeltà della Giacometti. Per il Pm si quindi è configurata la corruzione e la scorsa settimana sono scattati i provvedimenti restrittivi e le ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari

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