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La sentenza
31 Dicembre 2024 - 18:30
Fino a quando la donna era sposata, andava tutto bene. Anzi, quello che sarebbe diventato il suo futuro persecutore era un amico di famiglia. Frequentava casa loro, senza aver mai creato problemi. Tutto è cambiato quando nel 2020 la signora, 43 anni adesso, è rimasta vedova all’improvviso. Seppur sposato, costui ha iniziato ad avere atteggiamenti ossessivi e minacciosi nei suoi confronti. Uno dei tanti casi di stalking si è concluso nei giorni scorsi con una condanna in primo grado dal Tribunale di Pavia. A G. B. , anni 54, operaio di Cerano, è stata comminata una pena di un anno e 8 mesi di reclusione (con la condizionale). Inoltre il pagamento delle spese processuali, il risarcimento di 4 mila euro in danni morali e l’obbligo di partecipare a un percorso di recupero presso un ente di assistenza psicologica. Ovviamente, non può avvicinare la malcapitata.
Fin qui le carte, nude e crude. La testimonianza della vittima è, come si può immaginare, molto più drammatica. «La racconto – spiega – per far aprire gli occhi alle altre donne e far capire che può davvero capitare a chiunque. Non era un fidanzato geloso, o un uomo respinto. Era un amico che aveva deciso, dopo la morte di mio marito, che io dovessi essere sua nonostante lui fosse, e rimane ancora, sposato. Ho dovuto cambiare casa: io stavo a Tornaco, ora vivo in un paese vicino. Veniva sotto casa mia alle 3 di notte. Mi pedinava, avvicinava mia figlia adolescente. Ricevevo regali continui tra cui un anello di fidanzamento. Sapeva tutto di me: chi vedevo, chi veniva a casa mia. Si arrabbiava anche se chiamavo l’idraulico». In più i profili falsi sui social, il furto del profilo della 43enne. Le minacce esplicite di fare del male. «Io, adesso – conclude la signora – ho un compagno, cerco di ricostruire la mia vita, di ritrovare una serenità. La mia paura è che quest’uomo non rispetti i divieti e di ritrovarmelo ancora dietro l’angolo, sentendolo delirare sul fatto che io e lui avremmo una relazione da anni».
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