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L’inchiesta

Corruzione a Vigevano: il giudice ha revocato i domiciliari a Matteo Ciceri

Le misure restrittive restano solo per il sindaco Andrea Ceffa. Gli altri si sono tutti dimessi dai loro incarichi

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

17 Gennaio 2025 - 17:24

Corruzione a Vigevano: il giudice ha revocato i domiciliari a Matteo Ciceri

Matteo Ciceri

Era l’amministratore unico di Distribuzione gas Vigevano. Matteo Ciceri, 49 anni, era finito agli arresti domiciliari il 28 novembre scorso, nell’ambito del blitz dei carabinieri e della magistratura sull’inchiesta di corruzione emersa dopo la "Congiura di Sant'Andrea". Oggi, venerdì, l’ordinanza del Gip Luigi Riganti lo rimette in libertà. Succede dopo che il dirigente (martedì) aveva deciso di uscire di scena presentando le dimissioni. Il suo legale, avvocato Luca Angeleri di Pavia, in conseguenza di quell'atto, ha chiesto e ottenuto la revisione delle misure restrittive al giudice di Pavia.

Avevano già dato le dimissioni (e successivamente sono stati liberati) anche la consigliera comunale Roberta Giacometti (il 2 gennaio) e in precedenza l’amministratrice unica di Asm Vigevano e Lomellina Veronica Passarella, 52 anni, consulente del lavoro. Mentre Alessandro Gabbi, 52 anni, direttore amministrativo di Asm Vigevano e Lomellina ha chiesto tre mesi di aspettativa. Resta ai domiciliari solo il sindaco Andrea Ceffa. Per lui né il Tribunale del Riesame di Milano, né il giudice di Pavia hanno finora ritenuto di concedere una modifica alla restrizione casalinga. Del resto, per il sindaco, la decisione di dimettersi avrebbe una conseguenza immediata, quella di far decadere il consiglio comunale con conseguenti elezioni anticipate. 

I carabinieri il 28 novembre 2024 nella sede di Asm

Le misure cautelari con perquisizioni in Comune e in sede di Asm erano scattate lo scorso giovedì 28 novembre. L’inchiesta era riferita a una presunta corruzione esercitata dal sindaco Ceffa sulla consigliera comunale Roberta Giacometti, per convincerla a rimanere in consiglio comunale e sostenere la maggioranza dopo la cosiddetta “Congiura di Sant’Andrea” in cui diversi consiglieri comunali avevano tentato di presentare dimissioni contestuali per far cadere la giunta. La manovra non si concretizzò, ma la maggioranza restò in bilico. Il sindaco Ceffa, secondo le indagini della Procura – che il sindaco con il suo legale Luca Angeleri contestano - avrebbe cercato, attraverso una consulenza pagata da Asm a una collega della consigliera comunale Giacometti, di convincerla a rimanere in Consiglio per sostenere la giunta. Di qui il tentativo di corruzione che si è concretizzato dopo che Asm ha pagato la consulenza di circa seimila euro.

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