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L’inchiesta

Il sindaco di Vigevano resta ai domiciliari. Non può uscire neppure per andare al lavoro

L’ordinanza del Gip Luigi Riganti è stata emessa lunedì

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

23 Gennaio 2025 - 11:20

Il sindaco di Vigevano resta ai domiciliari. Non può uscire neppure per andare al lavoro

Il sindaco Andrea Ceffa e l'avvocato Luca Angeleri

Emerge l’ultimo tentativo per ottenere una parziale liberazione del sindaco di Vigevano Andrea Ceffa, che dal 28 novembre scorso si trova agli arresti domiciliari ed è per questo sospeso dal suo incarico. L’avvocato Luca Angeleri ha chiesto al Gip Luigi Riganti un’allentamento della restrizione affinchè Ceffa potesse recarsi al lavoro. Ma anche questa volta c’è stato un diniego. Il primo era arrivato dai giudici del Tribunale milanese del Riesame. Poi ancora il Gip Riganti aveva riconfermato la decisione e lunedì, sempre lo stesso Gip, ha negato l’opportunità di uscire per lavoro. Nella vicenda che riguarda una presunta corruzione l’ultimo ad essere ancora ristretto agli arresti è solo il sindaco Ceffa, mentre sono già stati liberati gli altri quattro destinatari delle misure cautelari ai domiciliari recapitate nel blitz (con perquisizioni sia in Comune che in Asm) del 28 novembre. Si sono tutti dimessi dal loro incarico e hanno ottenuto la libertà l’amministratore unico di Distribuzione gas Vigevano Matteo Ciceri, la consigliera comunale Roberta Giacometti e l’amministratrice unica di Asm Vigevano e Lomellina Veronica Passarella. Mentre Alessandro Gabbi, direttore amministrativo di Asm Vigevano e Lomellina ha chiesto tre mesi di aspettativa. Per il sindaco Andrea Ceffa la decisione di dimettersi avrebbe come conseguenza immediata quella di far decadere il consiglio comunale e le elezioni anticipate. Le misure cautelari erano nate dall’accusa di corruzione esercitata dal sindaco Ceffa sulla Giacometti per convincerla a rimanere in consiglio a sostenere la maggioranza. Tutto ruota su una consulenza di 6 mila euro affidata per interposta persona a una collega della Giacometti. Atti che sarebbero stati conseguenti alla cosiddetta “Congiura di Sant’Andrea” in cui un gruppo di consiglieri comunali aveva tentato di presentare dimissioni contestuali per far cadere sindaco e consiglio comunale. Congiura che poi non è andata in porto e per cui sono indagati in un filone parallelo l’ex europarlamentare Angelo Ciocca e l’imprenditore Alberto Righini.

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