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Due aggressioni nel carcere di Vigevano: detenuto scaglia uno sgabello in faccia all'agente e lo prende a calci

Il sindacato di polizia penitenziaria (SPP): «Servono pene più severe per chi mette in atto simili comportamenti»

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

30 Gennaio 2025 - 11:52

Due aggressioni nel carcere di Vigevano: detenuto scaglia uno sgabello in faccia all'agente e lo prende a calci

Due aggressioni nell'arco di poche ore all'interno della casa di reclusione di Vigevano, una delle quali ha causato lesioni gravi a un agente della polizia penitenziaria, finito in ospedale e dimesso con una prognosi di 25 giorni. Mercoledì, intorno alle 11, è stato colpito in pieno volto da uno sgabello. A scagliarlo è stato un detenuto di origini straniere, che stava discutendo con un altro compagno di detenzione e poi si era rifiutato di rientrare in cella dopo l’ora d’aria. Il colpo è stato molto forte e il poliziotto è svenuto; il detenuto ha iniziato a prenderlo a calci, colpendolo in faccia e in vari punti. L’agente è poi tornato cosciente: è riuscito a divincolarsi, mettendosi al sicuro e chiamando i rinforzi.

Martedì verso le 13,30 un altro detenuto si era rifiutato di rientrare in cella dopo il passeggio, e ha sferrato un pugno in volto un agente della penitenziaria, che ha riportato una contusione sotto l’occhio; medicato in pronto soccorso, è stato giudicato guaribile nel giro di alcuni giorni.

A riferire entrambi gli episodi è stato Mirco Savastano, segretario generale aggiunto del sindacato di polizia penitenziaria (SPP). «Queste aggressioni si registrano ogni giorno negli istituti detentivi italiani – dichiara Savastano – Noi arriviamo in carcere per lavorare, e dobbiamo poter tornare a casa dalle nostre famiglie a fine turno. Mi chiedo: cosa stanno facendo le istituzioni per evitare queste situazioni? Ci deve forse scappare il morto? Servono pene più severe per i detenuti che mettono in atto simili comportamenti, con punizioni esemplari. Lo dico, perché purtroppo non sempre succede». Savastano ribadisce inoltre la necessità di dotare la polizia penitenziaria del taser: «Sarebbe un deterrente valido quando si verificano episodi così gravi».

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