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31 Gennaio 2025 - 16:10
Ancora un episodio di violenza all'interno della casa di reclusione dei Piccolini (foto di Jose Lattari)
«Nel giro di tre giorni, sei colleghi sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso. Siamo esasperati, non è possibile continuare a lavorare in queste condizioni». A parlare è Mirco Savastano, segretario generale aggiunto del sindacato di polizia penitenziaria (SPP), che riferisce l'ennesimo episodio violento all'interno della casa di reclusione di Vigevano. Ieri, giovedì 31 gennaio, tre poliziotti (due sono sottufficiali) della penitenziaria sono stati aggrediti da un detenuto che si trovava in uno stato di agitazione. Si sono avvicinati per calmarlo, lui ha lanciato addosso dell'olio che stava scaldando in un pentolino, colpendoli in faccia. Fortunatamente l'olio non aveva ancora raggiunto temperature elevate, per cui le conseguenze sono state limitate. Il soggetto a quel punto si è scagliato contro di loro con pugni, schiaffi e una gomitata che ha raggiunto uno degli agenti a uno zigomo, facendolo cadere e procurandogli una contusione a una spalla. Il detenuto è poi stato bloccato; gli agenti si sono fatti refertare in pronto soccorso, guariranno nel giro di qualche giorno.
«La situazione sta diventando insostenibile – dichiara il segretario generale aggiunto del SPP Mirco Savastano – C'è una carenza di personale cronica, è così in tutte le carceri italiane. Queste continue aggressioni non fanno altro che peggiorare il quadro. Un agente a casa cinque giorni perché è stato ferito da un detenuto dovrà essere sostituito da un collega. Significa che vanno rimodulati i turni all'interno di un organico ridotto all'osso. Già siamo in difficoltà quando va tutto bene. Chi non vive la realtà del carcere fatica a comprenderla davvero, mi rendo conto che è difficile immaginarlo da fuori. Ma ormai quando iniziamo un turno di lavoro, abbiamo l'impressione di salire su un ring, e di dover andare a combattere senza il necessario equipaggiamento. Non dovrebbe essere così. Abbiamo la necessità che le istituzioni se ne rendano conto e che prendano per davvero dei provvedimenti – continua Savastano – Serve più personale. E un miglior equipaggiamento; da tempo chiediamo l'abilitazione all'uso del taser, che secondo noi sarebbe uno strumento utile come deterrenza rispetto a certi comportamenti. Inoltre, come ribadito già più volte, i detenuti che aggrediscono il personale devono essere puniti in modo deciso, e trasferiti immediatamente in altri istituti fuori Regione».
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