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La nuova sentenza

Delitto Ibrahim, in Assise d'appello a Milano assolta la madre dei Rondinelli

Condanne confermate, anche se leggermente ridotte, per il padre Antonio e Claudio. Probabile la Cassazione

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

07 Febbraio 2025 - 09:43

Delitto Ibrahim, in Assise d'appello a Milano assolta la madre dei Rondinelli

Il delitto avvenne a Cassolnovo. Nel riquadro Ibrahim Mansour

Le motivazioni della della Corte d'Assise di Pavia sull'omicidio di Ibrahim Mansour erano arrivate nei primi giorni di ottobre e gli avvocati sono ricorsi in Assise d'appello. La sentenza di Milano è stata predisposta giovedì dalla presidente della Corte Ivana Caputo e ha totalmente ribaltato il giudizio su uno dei tre imputati, la madre Carmela Calabrese, 57 anni, difesa dall'avvocato Rosemary Patrizi. Sono stati cancellati i trent'anni inflitti a Pavia ed è arrivata l'assoluzione, anche se con la formula dubitativa del secondo comma dell'articolo 530, la vecchia insufficienza di prove. È comunque un ribaltamento dell'impianto accusatorio che dovrà essere valutato dalla Procura Generale. Poco sconto di pena per gli altri due imputati, Antonio Rondinelli, 60 anni, marito di Carmela, difeso da Guglielmo Panucci e per il figlio Claudio Rondinelli, 41, con l'avvocato Francesca Quarto. In Assise d'appello la pena è stata ridotta per il primo da 30 a 25 anni e per il secondo da 30 a 24. È comunque un verdetto che consentirà il ricorso in Cassazione. «Attenderemo le motivazioni - afferma Francesca Quarto - ma credo ci siano fin d'ora gli estremi per pensare ad un ulteriore ricorso in Cassazione». L’omicidio era avvenuto nel capannone di Cassolnovo dopo una «deliberazione del gruppo familiare Rondinelli» aveva asserito la Corte di Pavia. Era di proprietà della famiglia Rondinelli, che però risiedeva a Cilavegna. L'immobile serviva per lavoro ed era stato affidato a Ibrahim Mansour.  Il delitto fu eseguito con una pistola tre fucili e munizioni. Un altro figlio di Antonio Rondinelli, Massimo, aveva confessato ed era già stato condannato a 19 anni con rito abbreviato. La vicenda era scaturita per risolvere la questione dei rapporti con Ibrahim, ex compagno di Daniela, la figlia più giovane dei Rondinelli, divenuto ormai una figura ingombrate. La vittima aveva avuto una bimba dal rapporto con la più giovane delle figlie di Antonio Rondinelli e pensava di poterne chiedere l’affido, ma aveva necessità di una casa che i Rondinelli gli avevano promesso. Un’altra sorella, Elisa, era a quei tempi la compagna di Luigi D’Alessandro che si è assunto la responsabilità (con Antonio) dell’occultamento del cadavere alla frazione Morsella di Vigevano. Il corpo era stato trovato carbonizzato a bordo della sua auto il 14 gennaio, tre giorni dopo l’omicidio. D’Alessandro è stato l’unico a raccontare i dettagli durante la sua testimonianza. Gli altri hanno respinto ogni addebito. L’avvocato Fabio Santopietro di Vigevano tutelava i familiari di Ibrahim che si sono costituiti parte civile. 

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