Hashish, marijuana e cellulari ai detenuti del carcere di Vigevano: quattro arresti e nove indagati

È durata circa un anno l'indagine congiunta della Guardia di finanza di Vigevano e della polizia penitenziaria che ha rivelato come venissero introdotti all’interno della casa di reclusione dei Piccolini droga e smartphone, oltre ad altra merce vietata. Ad accorgersi di alcuni movimenti sospetti erano stati i poliziotti della penitenziaria, i quali avevano avviato una serie di accertamenti, individuando un collega “infedele”. In cambio di soldi, l’agente avrebbe permesso in più occasioni l’ingresso in carcere di droga e di telefoni cellulari che gli venivano procurati dai familiari e dagli amici dei detenuti. Una volta scoperto, l’agente è stato immediatamente allontanato e sospeso dal servizio, e ora è in attesa dell’esito dei procedimenti penale e disciplinare a suo carico.

L'attività investigativa, conclusa lo scorso maggio, ha portato all’arresto di quattro persone, tre uomini e una donna, tutti residenti a Vigevano; complessivamente sono 9 gli indagati, per cui la Procura di Pavia ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio.

Tre soggetti sono stati fermati in flagranza, sorpresi mentre lanciavano pacchi contenenti droga – prevalentemente hashish e marijuana – oltre la recinzione esterna dell’istituto detentivo; a raccogliere le confezioni nel cortile del carcere erano poi gli stessi detenuti che avevano accesso a quegli spazi. Gli arrestati sono un cittadino tunisino di 53 anni, due giovani di 24 e 23 anni e una donna di 26 anni, quest’ultima già sottoposta all'affidamento in prova. La sostanza stupefacente recuperata è stata sequestrata.

Vigevano, agente “infedele” forniva droga e smartphone ai detenuti in cambio di soldi

Quattro arresti in flagranza, 9 gli indagati. Le indagini della Guardia di finanza e della polizia penitenziaria