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L'inchiesta

Avviso di conclusione delle indagini per il sindaco (ai domiciliari) Andrea Ceffa

Preso atto di questo passaggio formale il suo difensore Luca Angeleri si prepara a richiedere la revoca della misura cautelare. La Procura invece chiederà il rinvio a giudizio

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

28 Febbraio 2025 - 21:54

Avviso di conclusione delle indagini per il sindaco (ai domiciliari) Andrea Ceffa

L'avvocato Angeleri e il sindaco Andrea Ceffa

Il sindaco Andrea Ceffa è ancora agli arresti domiciliari nella sua abitazione, ma l'indagine che lo riguarda si è conclusa. Oggi la Procura ha comunicato al suo legale Luca Angeleri l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Nessuna proroga. Significa che l'inchiesta si è perfezionata e che le prove raccolte sono sufficienti per motivare delle accuse che potrebbero essere presto formulate con una richiesta di rinvio a giudizio. Secondo il legale Luca Angeleri è un passaggio cruciale. «Sicuramente viene meno la possibilità di inquinamento delle prove e in quanto alla reiterazione è cambiata la maggioranza in consiglio comunale. Noi contestiamo ovviamente l'accusa, ma non ci sono più i presupposti per mettere in atto un tentativo corruttivo». Sono anche cambiati radicalmente i soggetti, essendo usciti dalla giunta gli assessori leghisti, con un rimpasto appena concluso dalla vice sindaco facente funzioni di primo cittadino Marzia Segù. «Nei prossimi giorni - afferma il legale di Ceffa - torneremo a chiedere al Gip, sulla base di queste considerazioni, la revisione della misura cautelare agli arresti domiciliari». Nel caso il sindaco tornasse libero - anche questo è un aspetto non secondario - tornerebbe a occupare la carica che ha lasciato, visto che l'interdizione ai pubblici uffici non si applica alle cariche elettive

Il sindaco  Andrea Ceffa fu arrestato il 28 novembre scorso. Sono passati esattamente tre mesi. Gli altri personaggi, tra dirigenti di Asm e politici, che erano finiti ai domiciliari sulla base dell’ordinanza emessa dal Gip di Pavia Luigi Riganti sono stati rimessi in libertà, ma dopo le loro dimissioni. Sono l’amministratore unico di Distribuzione gas Vigevano Matteo Ciceri, la consigliera comunale Roberta Giacometti e l’amministratrice unica di Asm Vigevano e Lomellina Veronica Passarella. Mentre Alessandro Gabbi, direttore amministrativo di Asm Vigevano e Lomellina è uscito di scena chiedendo l'aspettativa. Le misure cautelari erano nate dall’accusa di corruzione esercitata dal sindaco Ceffa sulla Giacometti per convincerla a rimanere in consiglio a sostenere la maggioranza. Tutto ruota su una consulenza di 6 mila euro affidata a una collega della Giacometti, ma i cui benefici economici sarebbero ricaduti sulla stessa Giacometti. Atti successivi e conseguenti alla cosiddetta “Congiura di Sant’Andrea” in cui un gruppo di consiglieri comunali aveva tentato di presentare dimissioni contestuali per far cadere sindaco e consiglio comunale. Congiura che poi non è andata in porto e per cui restano indagati in un filone parallelo l’ex europarlamentare Angelo Ciocca e l’imprenditore Alberto Righini

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