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Autovelox, 40 milioni a rischio per i Comuni: tra incertezze normative e braccio di ferro istituzionale

La stretta del Mit e la sentenza della Cassazione mettono in discussione la legittimità dei dispositivi. Mentre la scadenza del 12 giugno incombe, i Comuni temono un buco da milioni nelle proprie casse e una pioggia di ricorsi

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

04 Maggio 2025 - 17:40

Autovelox, 40 milioni a rischio per i Comuni: tra incertezze normative e braccio di ferro istituzionale

Il countdown è partito: entro il 12 giugno 2025, tutti gli enti locali dovranno adeguarsi alle nuove regole varate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sugli autovelox. Ma mentre la scadenza si avvicina, crescono anche le tensioni tra il dicastero guidato da Matteo Salvini e molti sindaci, con il rischio concreto che centinaia di dispositivi diventino presto inutilizzabili. In ballo ci sono almeno 40 milioni di euro solo nelle principali città italiane e, in prospettiva, un’estate con meno controlli e più contenziosi.

L’incertezza sull’omologazione: il nodo normativo

Tutto ruota attorno all’omologazione. Lo scorso aprile, il Mit ha approvato un decreto che impone nuovi criteri per la collocazione e l’utilizzo degli autovelox, con un punto fermo: solo gli apparecchi installati dopo il 13 giugno 2017 potranno essere utilizzati. Il resto — e si tratta della maggioranza — rischia la disattivazione.

Secondo i dati diffusi dal Codacons, il 59,4% dei dispositivi fissi e il 67,2% di quelli mobili sono stati approvati prima del 2017, e quindi potrebbero non rientrare nelle nuove norme. La conseguenza? Un buco potenziale da oltre 40 milioni di euro solo nei principali 20 grandi centri urbani, sui 65 milioni complessivi incassati nel 2023 dalle multe per eccesso di velocità rilevate automaticamente.

La mappa degli incassi: da Nord a Sud, milioni in gioco

Il caso non riguarda solo le grandi città. Secondo Assoutenti, i Comuni più piccoli — soprattutto quelli in aree turistiche — rischiano ancora di più. Nel Salento, meta estiva tra le più gettonate, i soli Comuni di Galatina, Trepuzzi, Cavallino e Melpignano hanno incassato quasi 9 milioni di euro nel 2023 tramite gli autovelox. E non va meglio altrove: 2,3 milioni sulla Telesina tra Caianello e Benevento, oltre 2 milioni sul litorale laziale tra Terracina, Formia e Gaeta, e cifre importanti pure sulle Dolomiti, dove Colle Santa Lucia (poco più di 350 abitanti) ha totalizzato 1,2 milioni in tre anni grazie a un unico dispositivo.

In assenza di certezze, avverte il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso, il rischio è il caos: i Comuni che usano apparecchi non omologati dovranno spegnerli, o affronteranno una valanga di ricorsi.

Lo scontro istituzionale: Mit vs Anci

Ma a complicare tutto è il muro contro muro tra il Ministero e l’Anci, l’associazione dei Comuni. Il Mit ha chiesto dati certi e numerici — “non percentuali” — sul numero e sulla tipologia degli autovelox attualmente in uso. L’Anci ha risposto con una ricognizione su mille Comuni italiani, definita "rappresentativa", ma per Salvini non basta.

Lo stallo, che va avanti da settimane, blocca anche l’approvazione del decreto interministeriale che dovrebbe fare chiarezza definitiva sull’omologazione degli apparecchi pre-2017. Il timore dell’Anci è che nel frattempo venga meno non solo un importante strumento di sicurezza stradale, ma anche una voce significativa nei bilanci comunali.

Il presidente di Anci Gaetano Manfredi ha ribadito che serve una soluzione urgente: «La velocità rimane tra le prime tre cause principali della mortalità in strada».

Dati sugli incidenti

Secondo l'Osservatorio Asaps-Sapidata, nei primi quattro mesi del 2025 si sono registrate 354 vittime in incidenti stradali durante i fine settimana, un numero solo dieci unità inferiore rispetto allo stesso periodo del 2024, corrispondente a una diminuzione del 2,7%. Nell'ultimo fine settimana di aprile, le vittime sono state 26, e nel primo weekend di maggio, anche a causa di un tragico incidente in Puglia che ha causato la morte di tre giovani, le proiezioni non sono incoraggianti, con già almeno 23 morti fino alla mattinata di domenica.

Incidenti tra utenti fragili

Il dato relativo agli incidenti che coinvolgono utenti fragili è particolarmente preoccupante. Nel primo quadrimestre del 2025, hanno perso la vita 123 pedoni, rispetto ai 141 dello scorso anno, e 59 ciclisti, un aumento rispetto ai 54 del primo quadrimestre 2024, con un incremento del 9,2%.

Giordano Biserni, presidente dell'Asaps spiega: «Le misure introdotte dalla recente riforma del Codice della strada sono particolarmente incentrate sul contrasto all'uso del cellulare alla guida e al contrasto all'abuso di alcolici e stupefacenti con risultati certamente positivi, grazie al visibile incremento dei controlli, ma la continua latitanza del decreto di omologazione degli autovelox, e misuratori della velocità in genere, sta diventando un caso: se non verrà risolto entro brevissimo tempo alla luce del requisito richiesto in modo imprescindibile dalla Cassazione, si correrà il rischio di vedere un'estate nella quale gli autovelox saranno spenti dai comuni con una sorta di rischiosissimo 'liberi tutti' che non potrà non avere conseguenze negative sulla sicurezza nelle strade. Manca poco più di un mese al 12 giugno, termine ultimo indicato dal decreto Salvini, per sapere quali autovelox fissi verranno autorizzati. Dopo il decreto del Mit molte prefetture non hanno ancora pubblicato i provvedimenti autorizzatori diretti ai comuni».

La nuova disciplina: meno libertà per i Comuni

Le nuove regole del decreto del Mit, in vigore dal 12 giugno, sono molto più restrittive. Gli autovelox potranno essere installati solo su tratti stradali indicati dai Prefetti e solo in presenza di specifiche condizioni, come alta incidentalità, impossibilità di contestazione immediata o traffico sistematicamente oltre i limiti.

Inoltre, sarà obbligatorio rispettare distanze minime tra le postazioni, prevedere una segnaletica adeguata e limitare la discrezionalità dei Comuni.

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