Omicidio di Garlasco: «Forse siamo riusciti ad incastrare Stasi»

«Mi sa che abbiamo incastrato Stasi». Sarebbe questo il contenuto di uno dei 280 messaggi che sarebbero agli atti della nuova indagine della Procura della Repubblica di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi avvenuto nell’agosto del 2007 a Garlasco. A riportare il contenuto del testo attribuito a Paola Cappa, sorella gemella di Stefania, cugine della vittima e mai indagate, è il settimanale “Giallo”. Intanto si amplia il pool dei sostituti procuratori della Repubblica che si stanno occupando di questa nuova indagine, che sale a tre. Il martello e il materiale che è stato ritrovato ieri nel Cavo Bozzani di Tromello, prosciugato e ispezionato, sono ora al vaglio degli inquirenti.

Nel frattempo l’avvocato Angela Taccia, che assiste il trentasettenne Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, Marco, e attualmente indagato, la cui abitazione, come quella dei genitori, è stata oggetto di una perquisizione avvenuta ieri, sottolinea che negli appunti e nei diari acquisiti «non c’è assolutamente alcun riferimento al caso di Garlasco».

Domani è in programma davanti al Gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, l’udienza per il giuramento dei periti e dei consulenti che si occuperanno del maxi-incidente probatorio richiesto dai pm che prevede la comparazione tra il Dna di Sempio e quello ritrovato su unghie e dita della vittima, oltre ad una lunga lista di reperti e campioni rinvenuti, alcuni mai analizzati, tra i quali un frammento del tappetino del bagni, dei tamponi e delle confezioni di tè, yogurt, biscotti, tutti recanti impronte. Tecnicamente i periti avranno a disposizione per le conclusioni un tempo massimo di 6 mesi.