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20 Maggio 2025 - 17:29
Un’impronta attribuita ad Andrea Sempio sarebbe stata rilevata accanto al cadavere di Chiara Poggi, la giovane di 26 anni uccisa il 13 agosto del 2007 nella sua abitazione di Garlasco, in via Pascoli. A riportarlo è stato il Tg1, che cita i risultati di una nuova perizia disposta dalla Procura di Pavia nell'ambito delle nuove indagini sul delitto. L'avvocato di Sempio, Massimo Lovati, intervistato dal Tg5 sull'impronta, ha parlato di «ennesima bufala». «Quando me lo diranno i pubblici ministeri vedremo».
Il legale ha poi aggiunto: «Non capisco come mai escano queste notizie da un segreto istruttorio. Chi è che le fa uscire queste notizie? E perché? Sono specchietti per le allodole, o vogliano spaventarci? Noi non abbiamo paura di niente. Soprattutto non abbiamo paura delle bufale».
LA NUOVA CONSULENZA DATTILOSCOPICA
L'impronta del palmo di una mano di Sempio si troverebbe sul muro delle scale che portano in taverna in base a quanto emergerebbe dalla nuova consulenza dattiloscopica disposta dalla Procura. Sempio, all'epoca del delitto, frequentava la casa di via Pascoli in quanto amico del fratello della vittima.
Nel 2007, durante le prime indagini, quell'impronta venne giudicata «totalmente inutile ad un esame dattiloscopico». Ora, invece, gli inquirenti sono convinti che l'impronta, classificata come "contatto papillare numero 33", possa rivelarsi decisiva nel riscrivere la storia del delitto di Garlasco.
Nel luglio del 2020 i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano annotavano: «È logico-fattuale che l'impronta sulla parete delle scale appartenga all'assassino». Secondo la consulenza disposta dai magistrati di Pavia, l'impronta 33 – rilevata sulla parete destra della scala – è attribuibile ad Andrea Sempio.
L'impronta non sarebbe stata finora sottoposta ad alcuna verifica di tipo biologico per accertare se fosse sporca di sangue. Nella relazione dei Ris durante la prima inchiesta si legge che l'impronta risultava «completamente priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti». Pure l'esito del combur test era stato definito "dubbio".
In totale, sulle pareti della scala che conduceva al seminterrato dove fu trovato il corpo di Chiara, vennero repertate 25 impronte, sia digitali sia palmari. La maggior parte, secondo il rapporto, fu classificata come “di nessuna utilità” ai fini delle indagini. Tra le poche identificate, compariva quella di un investigatore che aveva lavorato sulla scena, e un’altra – sempre sulla parete destra – corrispondeva al pollice destro di Marco Poggi, fratello della vittima e residente nella villetta di via Pascoli.
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