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03 Giugno 2025 - 16:08
La Diocesi di Vigevano interviene con una nota ufficiale dopo le recenti ipotesi circolate sui media riguardo a un possibile collegamento tra il santuario della Bozzola di Garlasco e la nuova indagine avviata dalla Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. In un comunicato stampa diffuso oggi, la Diocesi – attraverso il portavoce del vescovo Maurizio Gervasoni, don Emilio Pastormerlo – ribadisce la volontà di «non lasciarsi in alcun modo condizionare da illazioni o indiscrezioni di qualsiasi genere».
L’obiettivo dichiarato resta quello di tutelare «le attività spirituali e di preghiera ospitate nel santuario», un luogo di culto mariano frequentato da fedeli per celebrazioni religiose e momenti di raccoglimento.
Il comunicato richiama anche all’indagine dei carabinieri della Compagnia di Vigevano con cui si portò alla luce un caso di estorsione ai danni dell’allora rettore del santuario, don Gregorio Vitali. Il sacerdote fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale messo in atto da due cittadini romeni, Flavius Savu e Florin Tanasie, che lo avevano adescato con l’intento di riprenderlo in situazioni compromettenti e poi minacciarlo con la diffusione del materiale. I due furono condannati dal Tribunale di Pavia per estorsione aggravata, ma al momento della sentenza erano già irreperibili.
La Diocesi si mostra netta: «In relazione ai fatti verificatisi nel 2014 e che erano stati al centro di un'altra inchiesta della magistratura - conclude la nota -, viene ribadito che gli organismi giuridici della Chiesa erano intervenuti per gli aspetti di loro competenza».
Alla luce di queste vicende passate, nei giorni scorsi la Procura ha acquisito gli atti relativi all’indagine del 2014 per valutare le possibili connessioni con le nuove piste emerse nel caso Poggi. In particolare, si è ipotizzato che Chiara Poggi potesse aver scoperto un “segreto” legato al santuario, come riferito recentemente da uno dei condannati per l'estorsione e don Gregorio Vitali. Secondo questa teoria (al momento senza riscontri), la giovane sarebbe stata uccisa da un sicario – è l’ipotesi formulata dall’avvocato Massimo Lovati, che difende Andrea Sempio – per impedirle di rivelare quanto appreso.
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