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Il delitto
10 Giugno 2025 - 16:21
L'aula della Corte d'Assise
La Corte d’Assise di Pavia presieduta dalla giudice Elena Stoppini ha pronunciato oggi, martedì, la sentenza per l’omicidio di Scaldasole. L’imputato Osman Bylyku, 32 anni, è stato condannato alla pena di 22 anni e sei mesi. La Pm Diletta Balduzzi ha chiesto l’ergastolo, ma il massimo della pena è stato scongiurato perché la Corte ha escluso l’aggravante della convivenza abituale. Su questo punto la difesa di Bylyku, sostenuta dall’avvocato Stefano De Felice di Milano aveva depositato, in apertura di udienza, una memoria difensiva.
«La corte non ha accolto la richiesta del Pm di condanna all’ergastolo e ha escluso l’aggravante della convivenza abituale come richiesto da noi – ha commentato De Felice dopo aver ascoltato la lettura del dispositivo – concedendo anche all’imputato le attenuanti generiche. Valuteremo, dopo la lettura delle motivazioni, se fare appello».
Il 19 aprile del 2023 fu trovata priva di vita a Scaldasole, nella sua casa di via Piave, Anila Ruci, 38 anni, di origini albanesi. Le indagini dei carabinieri portarono all’arresto del suo convivente, Osman Bylyku, 32 anni, connazionale, che fu accusato di omicidio volontario. Nella scorsa udienza era stata depositata davanti ai giudici popolari la perizia psichiatrica che ha valutato «un’infermità psichica che può aver inciso, scemandola, la sua capacità di intendere e di volere, con una riduzione della stessa».
I carabinieri sul luogo del delitto il 19 aprile 2023
LA VICENDA
In quel pomeriggio del 19 aprile 2023 Osman Bylyku si aggirava ferito e sanguinante per il paese di Scaldasole, fino al momento in cui chiese aiuto in un bar per poi accasciarsi a terra davanti alla casa di via Piave in cui abitava con Anila Ruci. I soccorritori della Croce d’Oro intervennero per soccorrerlo e all’interno dell'abitazione trovarono il corpo della donna. Era riverso sul divano, al piano terra, in una scena raccappricciante e invasa dal sangue. La donna era morta accoltellata, secondo la perizia medico legale, almeno 13 o 14 ore prima del ritrovamento. Bylyku, il cui corpo era pieno di ferite, fu medicato e trasferito al Policlinico San Matteo, piantonato e poi incriminato. In casa c’era solo il sangue suo e quello di Anila. Durante il processo, sentendo le varie testimonianze (in particolare nell'udienza dello scorso novembre 2024) si è poi scoperto che la donna conduceva una vita piuttosto avventurosa. Aveva avuto trascorsi di prostituzione. Furono due testi ad ammetterlo, uno dei quali avrebbe anche voluto sposarla. L’altro aspetto è che sino a un anno prima del delitto Anila era convivente con il padre di Osman. Poi l’uomo si ammalò e tornò in Albania. Al suo posto, a Scaldasole, arrivò il figlio. Furono queste le ammissioni e le conferme della sorella dell’imputato.
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