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le indagini dei carabinieri

Dentisti senza laurea: scoperto studio abusivo a Vigevano. Tre indagati, c'è anche un'accusa di violenza sessuale

Operavano senza abilitazioni e si facevano pagare in contanti. Una ex paziente ha denunciato di aver subìto pressanti avances in cambio di sconti

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

12 Giugno 2025 - 10:45

Dentisti senza laurea: scoperto studio abusivo a Vigevano. Tre indagati, c'è anche un'accusa di violenza sessuale

Le indagini dei carabinieri della Stazione di Vigevano (foto di Jose Lattari)

Esercitavano in maniera abusiva la professione odontoiatrica all’interno di uno studio e di un laboratorio di Vigevano. A scoprire e a denunciare i tre, due sorelle e un uomo – sono stati i carabinieri, che hanno iniziato a indagare in seguito alla denuncia presentata da una ex paziente dello studio, una cittadina romena: nel settembre scorso aveva segnalato in caserma prestazioni sanitarie di scarsa qualità e un episodio di molestie. La donna ha riferito di aver ricevuto da parte dell’uomo che lavorava all’interno dello studio delle “esplicite avances”, accompagnate dalla promessa di «un significativo sconto sulle prestazioni in cambio di favori sessuali».

Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura di Pavia, i tre hanno esercitato la professione medica pur non essendo in possesso dei titoli abilitativi previsti dalla legge. Solo una delle due donne risulta essere abilitata come odontotecnico, ma nessuno dei tre ha conseguito una laurea in odontoiatria.

Le verifiche dei militari della Stazione di Vigevano hanno rivelato l’esistenza di uno studio dentistico e di un laboratorio odontotecnico – entrambi riconducibili alle due sorelle –, in cui si sarebbero svolte regolarmente attività cliniche senza la presenza di personale medico autorizzato. La clientela veniva accolta, visitata e sottoposta a trattamenti, comprese le applicazioni di protesi, senza alcuna supervisione da parte di un dentista abilitato.

Nel corso delle perquisizioni, è stato sequestrato un’ingente quantità di strumenti professionali, tra cui trapani, frese, bisturi, pinze, cartelle cliniche, impronte dentarie, ricettari medici in bianco e timbri riconducibili a medici realmente iscritti all’albo. Alcuni dei pazienti ascoltati dai militari hanno confermato di aver pagato le prestazioni sempre in contanti, senza ricevere alcuna ricevuta fiscale. Una modalità che avrebbe avuto lo scopo di rendere più difficile ogni controllo fiscale o sanitario.

«Dalle indagini – è spiegato nel comunicato stampa dei carabinieri – emerge un’ipotesi di accordo illecito tra i tre soggetti, con una precisa suddivisione dei compiti, finalizzata allo svolgimento sistematico e continuativo di attività sanitarie abusive».

I tre soggetti sono stati tutti deferiti in stato di libertà con l’accusa di esercizio abusivo della professione sanitaria. L’uomo è indagato anche per il reato di violenza sessuale, in relazione al comportamento denunciato dalla paziente. Le indagini proseguono per accertare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti e l’estensione delle attività abusive.

«In caso di dubbio – ricorda Cristina Segù, presidente della sezione provinciale dell’Associazione italiana odontoiatri (AIO) – è sempre possibile verificare l’abilitazione del professionista a cui ci si rivolge, controllando che sia presente nell’elenco sull’albo  degli odontoiatri. È sempre garantita la massima trasparenza: si tratta di dati pubblici che si trovano on line».
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