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La situazione

L’intervento di “Quei bravi ragazzi family” produce i primi miglioramenti nel carcere di Vigevano

Lo comunica Nadia Di Rocco, presidente dell’associazione. La situazione però resta grave e le denunce proseguono

Bruno Romani

Email:

bruno.romani@ievve.com

14 Giugno 2025 - 12:37

L’intervento di “Quei bravi ragazzi family” produce i primi miglioramenti nel carcere di Vigevano

La presidente Nadia Di Rocco davanti al carcere

Dopo le ultime comunicazioni (sia online che sull’Informatore in edicola giovedì) Nadia Di Rocco,  presidente dell’Associazione “Quei bravi ragazzi family” oggi (sabato) torna a descrivere l'evoluzione e le condizioni dei detenuti nel carcere di Vigevano. «A seguito del nostro intervento - dice - e della denuncia depositata presso la Procura della Repubblica di Pavia, nonché dell’istanza urgente presentata al Magistrato di Sorveglianza, si sono finalmente registrati i primi segnali concreti di miglioramento all’interno della 5ª sezione della Casa di Reclusione di Vigevano». L’associazione conferma la rilevazione di zecche da parte dell'Asl «nei materassi e nei vestiti, così come denunciato dai detenuti nella lettera collettiva». «Inoltre- prosegue Nadia Di Rocco - la somministrazione dei farmaci avviene ora in modo regolare, con l’involucro e una spiegazione fornita al detenuto, direttamente davanti ai suoi occhi, nel rispetto della trasparenza e della dignità individuale. Sono stati introdotti tavoli, sgabelli, sanitari in alcune celle che ne erano sprovviste, e persino un tavolo da ping pong, segno che i problemi strutturali denunciati erano reali e rimediabili».

L’associazione, però, resta preoccupata perché «nonostante questi miglioramenti, permane un clima di forte tensione e preoccupazione (…) Resta la paura di trasferimenti ritenuti «punitivi». “Quei bravi ragazzi family” descrive anche commenti “diffamatori” che saranno oggetto di possibili denunce e indagini da parte della magistratura. È preoccupata, inoltre, per il possibile pericolo nei confronti di quei detenuti che «hanno scelto come unico strumento carta e penna per reclamare i propri diritti (…) e nonostante le pressioni hanno  mantenuto  un atteggiamento civile e pacifico (…) e hanno avuto il coraggio di denunciare violazioni e condizioni inaccettabili i quali non solo dovrebbero essere protetti, ma incoraggiati a esercitare i loro diritti, senza il timore di ritorsioni, delegittimazioni o trasferimenti ingiustificati». L’associazione preannuncia «denunce per tutti i responsabili». Poi le ultime richieste: «Chiediamo con urgenza l’intervento delle autorità competenti, del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e del Ministero della Giustizia. Non si può tollerare che, in uno Stato di diritto, chi denuncia venga intimidito. La dignità, la salute e la sicurezza dei detenuti devono essere garantite sempre, non solo dopo l’intervento delle associazioni e dei legali. Proprio per questo la Onlus QBRF ha deciso di aprire un Blog "Carcere Magazine " dove verranno pubblicate le lettere dei detenuti di Vigevano. Un modo concreto per non lasciare nessuno di loro inascoltato».

 

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