incidente probatorio

Delitto di Garlasco, niente test sull’impronta 33: l’intonaco non si trova

Sfuma la possibilità di analisi genetiche decisive. I controlli sui reperti forse proseguiranno anche giovedì

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ilaria.dainesi@ievve.com

17 Giugno 2025 - 18:14

Garlasco, niente test sull’impronta 33: l’intonaco non si trova

Non sarà possibile effettuare accertamenti scientifici sulla impronta 33, considerata uno degli elementi chiave nella riapertura del caso sull’omicidio di Chiara Poggi. Il frammento d’intonaco da cui era stata isolata quella traccia, oggi attribuita ad Andrea Sempio dagli esperti incaricati dalla Procura di Pavia, non è stato ritrovato tra i reperti disponibili. È quanto emerge dall’incidente probatorio avviato oggi in Questura a Milano. Il frammento era stato prelevato all’epoca dalle scale che portano alla cantina dell’abitazione di via Pascoli, vicino al punto in cui era stato rinvenuto il corpo della giovane. Secondo la difesa di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per il delitto, su quel materiale avrebbero potuto esserci anche tracce genetiche di Sempio, amico del fratello di Chiara e attualmente indagato per omicidio in concorso.  Il reperto non è stato recuperato nonostante i tentativi effettuati nelle scorse settimane. Non sarà quindi possibile estrapolare il Dna da quella manata impressa sull’intonaco e considerata dagli inquirenti potenzialmente rilevante per risalire all’identità dell’aggressore.  Sempre durante l’incidente probatorio, è emerso anche un dettaglio tecnico: le impronte presenti sulla scena del crimine non sono state conservate su fascette paradesive, come inizialmente ipotizzato, ma su fogli di acetato. Si tratta di una circostanza non secondaria che potrebbe influenzare le modalità con cui gli esperti effettueranno le prossime analisi. I lavori di ricognizione e verifica dei reperti, iniziati lunedì mattina negli uffici della polizia scientifica di Milano alla presenza dei periti e dei consulenti delle parti, non si concluderanno oggi. L’attività proseguirà, con ogni probabilità, anche giovedì. Notizia in aggiornamento

Non sarà possibile effettuare accertamenti scientifici sulla "impronta 33", considerata uno degli elementi chiave nella riapertura del caso sull’omicidio di Chiara Poggi. Il frammento d’intonaco da cui era stata isolata quella traccia, oggi attribuita ad Andrea Sempio dagli esperti incaricati dalla Procura di Pavia, non è stato ritrovato tra i reperti disponibili.

È quanto emerge dall’incidente probatorio avviato oggi in Questura a Milano. Il frammento era stato prelevato all’epoca dalle scale che portano alla cantina dell’abitazione di via Pascoli, vicino al punto in cui era stato rinvenuto il corpo della giovane. Secondo la difesa di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per il delitto, su quel materiale avrebbero potuto esserci anche tracce genetiche di Sempio, amico del fratello di Chiara e attualmente indagato per omicidio in concorso.

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Il reperto non è stato recuperato nonostante i tentativi effettuati nelle scorse settimane. Non sarà quindi possibile estrapolare il Dna da quella manata impressa sull’intonaco e considerata dagli inquirenti potenzialmente rilevante per risalire all’identità dell’aggressore.

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Sempre durante l’incidente probatorio, è emerso anche un dettaglio tecnico: le impronte presenti sulla scena del crimine non sono state conservate su fascette paradesive, come inizialmente ipotizzato, ma su fogli di acetato. Si tratta di una circostanza non secondaria che potrebbe influenzare le modalità con cui gli esperti effettueranno le prossime analisi.

I lavori di ricognizione e verifica dei reperti, iniziati lunedì mattina negli uffici della polizia scientifica di Milano alla presenza dei periti e dei consulenti delle parti, non si concluderanno oggi. L’attività proseguirà, con ogni probabilità, anche giovedì.

Notizia in aggiornamento