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Il caso

Guasto al depuratore di Mortara, ancora schiuma nell’Arbogna

Reclamano gli agricoltori. Nel frattempo anche il Prc di Giuseppe Abbà manda un comunicato: «Trattare solo gli scarichi urbani» e su AsMia «deve tornare totalmente pubblica»

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

19 Giugno 2025 - 15:00

Guasto al depuratore di Mortara, ancora schiuma nell’Arbogna

Il torrente Arbogna fotografato questa mattina

Dopo il guasto al depuratore di Mortara di via Vecellio, nella notte tra domenica e lunedì, la situazione dell’Arbogna non si sarebbe normalizzata. Gli agricoltori che reclamavano lo fanno ancora spiegando che oggi, giovedì, «c’è ancora schiuma maleodorante presente nell’Arbogna». Il tratto del torrente fotografato questa mattina è quello che c’è appena dopo l’immissione delle acque del colatore Santa Caterina, il cavo che esce dal depuratore cittadino. La zona è ancora in territorio di Mortara, poco distante da Cascina Nuova. Il guasto ha provocato uno sversamento improprio nella notte di domenica. È stato riparato e la zona sottoposta a un monitoraggio di Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente). Martedì il sindaco di San Giorgio ha deciso di emettere un’ordinanza al fine di evitare il prelievo delle acque di irrigazione dei terreni agricoli. Ma un altro addetto ai lavori si chiede: «A Mortara si può prelevare, così come a Ottobiano, mentre a San Giorgio no. Vorremmo sapere a chi dobbiamo credere».

Sempre a Mortara il Partito della Rifondazione comunista, presente in consiglio comunale con Giuseppe Abbà ha inviato alla stampa un comunicato firmato anche da Max Farrel, responsabile dei Giovani comunisti di Mortara. In sintesi, dopo aver denunciato la situazione che si è venuta a creare nel tempo chiedono che «il depuratore di Mortara torni a svolgere la sua funzione originaria, trattando esclusivamente gli scarichi urbani della città e che venga messa fine alla privatizzazione di AS-MIA, restituendo la gestione alla sfera pubblica e alla comunità locale». Questo il comunicato integrale:

COMUNICATO STAMPA SULLO SCARICO INQUINANTE DEL DEPURATORE DI MORTARA

 

Abbiamo appreso con preoccupazione della protesta degli agricoltori di San Giorgio Lomellina per il visibile inquinamento del Torrente Arbogna e della Roggia Comunale, entrambe ricadenti nel territorio comunale. A seguito dell’ordinanza cautelativa emessa dal Comune di San Giorgio, risulta oggi impossibile utilizzare tali corsi d’acqua per l’irrigazione, proprio nel momento di massima esigenza idrica per le coltivazioni. Un danno pesante, in un contesto agricolo già fortemente provato.

 

AS-MIA, società che gestisce il depuratore di Mortara, ha attribuito l'accaduto alla rottura di un giunto elastico. Interpellata direttamente da noi (nella persona di Max Farrell), la società ha dichiarato che si è trattato di un evento imprevedibile e che l’acqua fuoriuscita, pur risultando carica di fosfati e altre sostanze organiche, “non sarebbe pericolosa per l’agricoltura”.

 

Verrebbe da ironizzare: secondo AS-MIA, l’acqua inquinata farebbe quasi bene alle piante, magari favorendone la crescita! Ma al di là delle battute, resta un problema strutturale che denunciamo da anni: il depuratore di Mortara ha da tempo perso la sua funzione originaria, trasformandosi in un impianto di trattamento rifiuti liquidi anche pericolosi, provenienti da varie parti d’Italia.

 

Ricordiamo che inizialmente l’impianto serviva solo la città di Mortara, trattando i reflui urbani, gli scarichi della Marzotto (già pretrattati da un impianto dedicato) e i cosiddetti “bottini” delle fosse biologiche. Era considerato uno dei migliori depuratori del territorio.

 

La svolta avvenne con la trasformazione dell’Azienda Servizi Municipalizzati in AS-MIA, processo favorito da un’amministrazione comunale di destra e da normative nazionali favorevoli alla privatizzazione. Da allora, il depuratore ha iniziato ad accettare carichi esterni dietro compenso economico, diventando di fatto una piattaforma di smaltimento industriale.

 

A peggiorare le cose, l’ingresso della società privata IDROCLEAN nel capitale di AS-MIA, con una quota del 30%, ha comportato che a questa vada addirittura il 66% degli utili. Una sproporzione giustificata – ci fu detto – dal possesso del “know-how”, ovvero del “sapere tecnico”. Un sapere davvero ben remunerato.

 

Abbiamo più volte denunciato pubblicamente questa deriva, attraverso articoli sulla stampa locale, prese di posizione politiche e una mozione in Consiglio Comunale (naturalmente respinta). L’amministrazione comunale, da parte sua, non ha mai fornito risposte concrete. Addirittura, si è rifiutata di rendere noti i nomi delle aziende che scaricano nel depuratore, appellandosi a motivi di “privacy” (Gerosa) o addirittura al “segreto commerciale” (Olivelli, all’epoca assessore all’ambiente).

 

Chiediamo, ancora una volta e con forza:

* che il depuratore di Mortara torni a svolgere la sua funzione originaria, trattando esclusivamente gli scarichi urbani della città;

* che venga messa fine alla privatizzazione di AS-MIA, restituendo la gestione alla sfera pubblica e alla comunità locale.

 

Giuseppe Abbà, Consigliere comunale – Partito della Rifondazione Comunista

Max Farrell, Responsabile Giovani Comunisti – Mortara

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