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La vicenda

Corruzione a Vigevano. L’avvocato del sindaco Ceffa: «Ormai il Riesame non ci interessa. Ci difenderemo nel merito»

È arrivata la decisione del Tribunale di Milano, superata dagli eventi. Il giudizio è negativo: il primo cittadino sarebbe dovuto rimanere agli arresti domiciliari. Ora è libero per scadenza dei termini

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

28 Giugno 2025 - 10:56

Corruzione a Vigevano. L’avvocato del sindaco Ceffa spiega: «Ormai il Riesame non ci interessa. Ci difenderemo nel merito»

L'avvocato Luca Angeleri e il sindaco Andrea Ceffa

L’appello dell’avvocato Luca Angeleri al Tribunale del Riesame era stato inoltrato prima che il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa fosse liberato (dopo essere stato agli arresti domiciliari) per scadenza dei termini di custodia. La decisione dei giudici milanesi è arrivata giovedì 19 giugno, ma è trapelata solo ora. E l’avvocato Angeleri spiega: «Posso dire che della decisione del Riesame ormai ci interessa poco e per fortuna abbiamo superato la delicata e penalizzante fase cautelare. Possiamo finalmente difenderci nel merito per poter spiegare ai giudici non solo che il sindaco Ceffa non ha commesso alcun reato ma anche che il reato contestato non sussiste Lo abbiamo fatto davanti al Gip ma lo faremo ancora in modo più circostanziato nell’eventuale dibattimento». L’inchiesta di corruzione e falso denominata “Congiura di Sant’Andrea” era scattata il 28 novembre 2024 con perquisizioni nella sede di Asm e in Municipio a Vigevano. La custodia cautelare agli arresti domiciliari era scattata non solo per il sindaco di Vigevano Ceffa, ma anche per altri dirigenti e vertici di Asm oltre che per una consigliera comunale. Tutti liberati dalla giustizia dopo le loro dimissioni. L’unico che ha continuato a sostenere la propria innocenza in ogni caso, senza dimettersi, è stato il primo cittadino. Il Gip di Vigevano Luigi Riganti il 24 marzo ha respinto l’istanza di scarcerazione del sindaco e l’avvocato Angeleri ha presentato appello al Tribunale del Riesame di Milano, e la decisione è ora arrivata. Ma il merito sulla vicenda è in mano al Gup Daniela Garlaschelli che ha rinviato l’udienza al 21 luglio. In quella sede stabilirà o meno il rinvio a giudizio degli imputati. Nel frattempo il sindaco, libero dalla custodia ai domiciliari, è tornato a esercitare la sua carica di primo cittadino, essendo di nomina elettiva. Finiranno davanti alla giudice anche gli altri inquisiti: l'ex consigliera comunale Roberta Giacometti, gli ex ex dirigenti e manager di Asm Veronica Passarella (ha già chiesto il patteggiamento), Alessandro Gabbi e Matteo Ciceri. Con loro, coinvolti in un primo filone parallelo l'ex europarlamentare della Lega Angelo Ciocca, l'imprenditore Alberto Righini, accusati di istigazione alla corruzione; Alice Andrighetti, compagna di Righini, che ha chiesto il rito abbreviato e per lei la pm Chiara Giuiusa ha chiesto una condanna a due anni. 

 

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