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Incidente probatorio
11 Luglio 2025 - 21:57
Da un tampone orale prelevato sul corpo di Chiara Poggi nel corso dell’autopsia, che era rimasto fuori dalle analisi genetiche del 2007, ora è stato isolato un profilo genetico maschile sconosciuto. Il Dna trovato non apparterrebbe né ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato condannato in via definitiva per l’omicidio, né ad Andrea Sempio, indagato per omicidio in concorso in questa nuova inchiesta. Spetterà alla genetista Denise Albani, incaricata dal Tribunale nell’ambito dell’incidente probatorio, approfondire le analisi. L’esame, come riportano i consulenti delle parti, verrà ripetuto perché la quantità di Dna rinvenuta sarebbe minima, e potrebbe quindi trattarsi di una contaminazione. Per Dario Readaelli, consulente nominato dai legali dei Poggi «è troppo presto per tirare delle conclusioni. È come se dalla prima stringa di una equazione complessa si ritenesse già di conoscere il risultato finale».
Il legale della famiglia Poggi: «Dato totalmente destituito da qualsiasi fondamento»
«Non ci sono Dna di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine e ovviamente tanto meno sul corpo di Chiara» ha dichiarato il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, il quale aggiunge che si tratta di «un dato che, per quanto possiamo sapere, è totalmente destituito da qualsiasi fondamento e che ancora una volta denota come, in assenza di riscontri oggettivi alternativi alla verità processuale accertata e che ha individuato Stasi quale responsabile, prospetta ipotesi infondate».
Tracce sulle unghie e sul tappetino del bagno
Durante l’incidente probatorio sono emersi altri elementi: su un acetato che proteggeva una delle impronte digitali (un’impronta non insanguinata) isolate su un’anta della porta della cucina sarebbe stato identificato un secondo profilo genetico, anch’esso estraneo sia a Stasi sia a Sempio.
C’è poi un ulteriore Dna ignoto rinvenuto sulle unghie della vittima. Questa traccia aveva già contribuito alla riapertura dell’inchiesta, assieme a quella riconducibile– secondo i consulenti della Procura – ad Andrea Sempio.
Quanto all’impronta di scarpa a pallini trovata sul tappetino del bagno le ultime analisi hanno stabilito che il relativo profilo genetico appartiene a un familiare della vittima, probabilmente il padre o il fratello.
La famiglia Cappa presenta altre azioni legali
Intanto i legali della famiglia Cappa fanno sapere di aver formalizzato «atti di denuncia nei confronti dei soggetti resisi responsabili di condotte calunniose e diffamatorie», spiegano gli avvocati Antonio Marino e Gabriele Casartelli. «Le azioni legali già intraprese – comunicano attraverso una nota – saranno estese, senza eccezioni, a chiunque, a prescindere dalla qualifica professionale o dal ruolo rivestito (giornalista, opinionista, legale, consulente tecnico, cittadino privato) si renda autore della diffusione, anche reiterata, di notizie infondate, incomplete, non verificate, lesive dell'onore e della reputazione della famiglia Cappa». Infine, un appello ai giornalisti: «Si astengano dal contribuire all'ingiustificata spettacolarizzazione del loro dolore, impegnandosi invece a fornire una narrazione fondata su criteri di veridicità, correttezza e rispetto per la dignità delle persone coinvolte e con il solo fine di perseguire la verità dei fatti».
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