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l’incidente probatorio
14 Luglio 2025 - 18:10
Nell'ambito della nuova inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, gli accertamenti disposti nel corso dell’incidente probatorio hanno confermato la presenza del Dna di un uomo ancora non identificato. Sono gli esiti della replica degli esami, condotti dai periti nominati dal Gip di Pavia, sui cinque campioni prelevati dal tampone oro-faringeo della vittima durante l'autopsia, reperto analizzato per la prima volta a distanza di 18 anni dall’omicidio.
I nuovi test hanno restituito due profili genetici leggibili. Uno appartiene all’assistente del medico legale Marco Ballardini, che nel 2007 aveva partecipato all’esame autoptico; l’altro, invece, è di un soggetto maschile mai identificato, indicato come “ignoto 3”. Gli altri tre campioni sono risultati illeggibili.
Ora bisogna capire se il Dna trovato sia riconducibile a una contaminazione – come ipotizzato dai consulenti della famiglia Poggi –, e quindi possa appartenere a uno degli operatori che all’epoca entrarono in contatto con il cadavere. O se appartenga all'assassino, come ipotizzato nell’ambito della nuova inchiesta della Procura di Pavia, che ha affidato le indagini ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano.
La genetista Denise Albani, incaricata dal giudice per le indagini preliminari per svolgere gli accertamenti dell'incidente probatorio, ha chiesto dei chiarimenti al medico legale che si occupò dell'autopsia. In particolare, si vuole approfondire come venne eseguito il prelievo salivare, e perché sia stata usata una garza (che non è sterile), anziché un tampone. Si cercherà inoltre di stabilire se fossero presenti altre persone oltre al medico e al suo assistente.
Notizia in aggiornamento
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