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17 Luglio 2025 - 16:21
«Comunque finisca, finirà male». Con queste parole il Ministro della giustizia Carlo Nordio è intervenuto ieri (mercoledì) al Caffè de La Versiliana, a Marina di Pietrasanta (Lucca), sul caso Garlasco. Il riferimento è alle nuove indagini per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto 2007, e alla posizione giudiziaria di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, già condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione dopo essere stato assolto nei primi due gradi di giudizio.
Il ministro Nordio ha sottolineato come la vicenda giudiziaria, a distanza di quasi due decenni, sia ancora oggetto di nuovi interrogativi. «L’imputato condannato si è fatto già dieci anni – ha affermato –, ora emerge che forse lui non è il colpevole. È emersa la seconda ipotesi, oggi è emerso che potrebbe esserci un terzo».
Le nuove ipotesi investigative, infatti, prendono in considerazione l’esistenza di un’altra persona coinvolta nel delitto. Ipotesi però che, secondo il ministro Nordio, difficilmente potranno essere confermate in modo definitivo a causa della distanza temporale e delle difficoltà tecniche legate all’analisi del Dna: «Dopo 18 anni, un esame del Dna la vedo dura da dimostrare. È un’indagine lunga, costosissima e dolorosa. La lentezza dei processi a volte dipende anche dal fatto che non ci si vuole arrendere all’evidenza».
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