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Caso Garlasco, al via le analisi delle impronte nella spazzatura di casa Poggi

Oggi si è tenuta l’udienza in Tribunale a Pavia per conferire l’incarico all’esperto in dattiloscopia

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

23 Luglio 2025 - 15:16

Caso Garlasco, al via le analisi sulle impronte nella spazzatura di casa Poggi

Nell’udienza di oggi, mercoledì 23 luglio, il gip di Pavia Daniela Garlaschelli ha conferito l’incarico al perito dattiloscopico Domenico Marchigiani, che dovrà analizzare le eventuali impronte digitali rinvenibili su alcuni reperti della spazzatura di casa Poggi, che erano stati sequestrati all’epoca del delitto.

Verranno esaminati anche alcuni fogli in paracetato con impronte già raccolte in passato: l’obiettivo è confrontarli con quelle di una lunga lista di persone, tra cui Andrea Sempio, attuale indagato per omicidio in concorso nell’inchiesta riaperta. La difesa di Sempio, rappresentata dall’avvocato Angela Taccia, si è opposta a questa analisi, sostenendo che «manca il presupposto del corretto sequestro» e che «non ci dovevano essere nemmeno gli accertamenti genetici».

Intanto l'avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha ribadito il sostegno a ogni approfondimento: «Più cose vengono viste dalla polizia scientifica, da un perito terzo, e meglio è. Noi non ci opponiamo». Tuttavia, ha lamentato il rifiuto da parte della Procura di Pavia di includere nell’incidente probatorio la cosiddetta “impronta 33”, attribuita dagli esperti dell’accusa a Sempio: «Il Codice prevede che la Procura debba fare delle indagini anche nell'interesse dell'indagato. La Procura di Pavia le ha estese anche nell'interesse del condannato, ma non accoglie le richieste della persona offesa».

Sul punto è intervenuto anche Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi – condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio – che ha chiarito: «Noi non abbiamo mai chiesto incidente probatorio sull’impronta 33. È stato chiesto da altri». E ha aggiunto: «Un’indagine che fa un accertamento in più mi rassicura. Qui si va a vedere tutto, ed è un messaggio importante: fiducia nella giustizia, comunque finisca».

La perizia su eventuali impronte verrà condotta su reperti come confezioni di tè, yogurt e cereali. Finora, i test genetici avevano individuato soltanto Dna di Stasi e della vittima. Nessun riscontro utile su Sempio, ma l’attenzione resta alta: si sta verificando anche la possibile contaminazione di un profilo maschile non identificato, "ignoto 3", comparso su una garza utilizzata per prelevare campioni biologici durante l'autopsia. L’inchiesta resta dunque aperta su più fronti. Ma la parte centrale dell’incidente probatorio continua a ruotare attorno ai profili genetici – uno riconducibile a Sempio secondo gli esperti della Procura – trovati sopra le unghie della giovane vittima.

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