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delitto di garlasco
30 Luglio 2025 - 16:21
Una troupe televisiva in collegamento dalla via in cui abita la famiglia Sempio (foto di Jose Lattari)
«Penso che i Poggi sappiano che mio figlio non ha fatto assolutamente niente, perché non c’erano motivi». A parlare è Daniela, la madre di Andrea Sempio, attualmente indagato per omicidio in concorso nell’ambito della nuova indagine sul delitto di Chiara Poggi. Intervistata questa mattina, mercoledì, dalla trasmissione “Morning News”, su Canale 5, la donna ha raccontato in collegamento il disagio che sta vivendo la sua famiglia da quando è tornato sotto i riflettori il nome del figlio. «Stamattina ero arrabbiata e non ce l’ho fatta a stare zitta», ha spiegato, sottolineando come da mesi la quotidianità della famiglia sia completamente stravolta.
«La vita non va avanti. È bloccata. Non possiamo fare programmi. Vai dal giornalaio e quasi tutti i giorni c’è mio figlio sul giornale. Vado a fare la spesa e ci sono i giornali con la sua faccia all’entrata. È una cosa che non dimentichi un minuto della giornata».
Una situazione psicologicamente insostenibile, in cui la famiglia si sente sotto assedio, a causa della costante esposizione mediatica: «Ci stiamo rovinando la salute sul nulla, perché non troveranno nulla», ha ribadito. «Ai domiciliari ci siamo noi, perché quando esci potresti trovare dei giornalisti. Ci sono giornalisti educati che se gli dici che non parli se ne vanno, e ci sono persone maleducate».
Nel corso dell’intervista, la madre di Andrea ha voluto anche chiarire la posizione della famiglia rispetto all’indagine in corso: «Io e mio marito non stiamo cercando di fare alibi per mio figlio. Noi abbiamo sempre detto la verità».
Sullo scontrino del parcheggio a Vigevano, Daniela Sempio ha spiegato di non aver messo piede nella città ducale e che a ritrovare lo scontrino fu il marito. La decisione di conservarlo, invece, fu sua. «Ho deciso di tenerlo – ha raccontato – perché negli anni ’86-’87 ho lavorato presso un carcere di massima sicurezza come vigilatrice penitenziaria, e le detenute comuni, quando ti parlavano dei loro guai giudiziari, ti dicevano: “Qualsiasi cosa succede, parati il fondoschiena perché non si sa mai”».
Secondo il suo racconto, fu un gesto di prudenza: «Allora ammazzano una amica di mio figlio a Garlasco. Io trovo uno scontrino che dice che mio figlio, che ha 19 anni e frequenta quella casa, è a Vigevano. La cosa più ovvia che mi è venuta in mente, magari sbagliando, è stata quella di conservare lo scontrino. Quindi l’ho preso e l’ho messo in una busta di plastica in un cassetto».
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