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L'operazione
21 Agosto 2025 - 19:09
La refurtiva riconsegnata
Due ventunenni incensurati sono stati arrestati dai carabinieri di Gravellona Lomellina poiché ritenuti responsabili di truffa in concorso. I militari, ieri, mercoledì, intorno alle 15,30 hanno controllato una Fiat 500, con a bordo i due soggetti poi arrestati. Hanno trovato in auto 1400 euro in contanti, in banconote di diverso taglio e un sacchetto contenenti diversi monili in oro, occultato sotto il sedile anteriore. Quanto rinvenuto è stato appurato che era il provento di una truffa messa a segno nelle ore precedenti ai danni di una signora di Broni di 76 anni che, subito sentita dai carabinieri, ha riferito di aver ricevuto in mattinata una chiamata da una donna, in lacrime, la quale asseriva essere la figlia. Poi le ha passato un uomo che si era qualificato come carabiniere e le aveva fatto credere che la figlia fosse stata arrestata per omicidio stradale. E le ha chiesto, per aiutarla, 7000 euro in contanti o degli oggetti di valore. Disperata la donna ha racimolato i contanti presenti in casa e ha raccolto i monili in un sacchetto. Poco dopo, mentre l’interlocutore ha continuato a tenerla al telefono, sicuramente per impedirle di verificare quel che le stava succedendo, si è presentato un uomo presso la sua abitazione e ha ritirato quanto già raccolto da lei in precedenza per poi allontanarsi a bordo della Fiat 500, dove lo attendeva il complice. Solo quando il marito è rincasato è stata contattata la figlia ed è emersa la truffa.
Sempre nello stesso frangente è stata scongiurata una seconda truffa, analoga. I carabinieri, nel controllo del veicolo, hanno notato un indirizzo impostato sul navigatore del telefonino di uno degli arrestati. Sospettando che fosse in atto un'altra truffa, si sono recati a quell’indirizzo dove, una donna, classe 1936, alla vista dei carabinieri, in uniforme, si è avvicinata verso di loro consegnandogli un sacchetto con dei monili in oro e 1000 euro in contanti. Infatti anche questa seconda vittima poco prima, con le stesse modalità, era stata contattata dai truffatori e, sempre preoccupata per le sorti della figlia, aveva racimolato sia soldi che oggetti di valore che aveva in casa. I due sono stati arrestati e trattenuti presso la camere di sicurezza. La refurtiva rinvenuta è stata riconsegnata alla prima vittima.
I carabinieri ricordano che «le tecniche adottate di volta in volta dai truffatori sono svariate e, in particolare, avvengono ai danni di persone particolarmente vulnerabili, come gli anziani. I truffatori approfittano proprio della sensibilità e della fragilità emotiva delle persone anziane per conquistarne la fiducia con i metodi più disparati. Nel caso in cui si riceva una chiamata simile con richiesta di denaro, si consiglia di contattare il 112 o direttamente il numero di telefono del familiare che apparentemente vi sta contattando, per sincerarsi della veridicità del racconto e comunque occorre ricordare che nessuna forza di poliza chiede denaro al telefono o alla porta di casa»
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