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Il caso
26 Settembre 2025 - 16:58
La Guardia di Finanza a Casa Sempio a Garlasco
Sono nove le persone sottoposte a perquisizione personale, della loro abitazione e dei luoghi nella loro disponibilità dalla Procura di Brescia nell'ambito dell'inchiesta per corruzione nel caso Garlasco nei confronti dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, che al momento risulta essere l'unico indagato. Le perquisizioni hanno riguardato anche Giuseppe Sempio e Daniela Ferrari, padre e madre di Andrea Sempio, unico indagato nell'ambito della nuova indagine della Procura di Pavia per il delitto di Chiara Poggi. Perquisiti anche lo stesso Andrea Sempio, uno zio paterno, Patrizio Sempio, e due zie paterne, Ivana e Silvia Maria Sempio, oltre agli ex carabinieri, ora in congedo, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone. Questi ultimi erano in forze alla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia, il primo ex maresciallo e il secondo ex luogotenente. L'inchiesta della Procura di Brescia vede indagato al momento, stando agli atti, l'ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, per corruzione in atti giudiziari perché, nel 2017, avrebbe «ricevuto», secondo l'ipotesi d'accusa, «20-30mila euro» per scagionare Andrea Sempio e chiedere l'archiviazione dell'indagine a suo carico per il delitto di Garlasco. I pm, come emerge dal decreto di perquisizione e sequestri di pc, altri dispositivi e documenti, che ha riguardato Andrea Sempio, il padre e la madre, tre zii, Venditti e i due ex militari, fa presente pure che «un'annotazione d'indagine» degli investigatori del 7 marzo 2017, poco prima della richiesta di archiviazione, si concludeva «con formula “tranchant” circa la completa assenza - si leggeva - di elementi a supporto delle ipotesi accusatorie a carico di Andrea Sempio». E sempre i pm bresciani, oltre agli elementi già emersi sulla presunta gestione anomala dell'inchiesta e sul presunto prezzo della corruzione, mettono in rilievo «contatti opachi» tra Andrea Sempio, Spoto e Sapone. Il giovane e anche i suoi familiari, secondo il decreto, avrebbero «intrattenuto» con i due investigatori dell'epoca «poco prima» delle audizioni in Procura «dei contatti non relazionati», in particolare con Sapone, o di «durata incongrua», in particolare con Spoto. I pm segnalano, ad esempio, anche che, quando a Sempio fu notificato l'invito a comparire per l'interrogatorio otto anni fa, l'allora maresciallo Spoto «si tratteneva presso Sempio Andrea per un tempo assai esteso, incompatibile con la mera esecuzione dell'attività notificatoria». Avrebbe raggiunto Sempio alle ore 16.35 ed effettuava la notifica più di un'ora dopo, alle 17.45. Stando alle indagini, poi, Sapone avrebbe avuto «rapporti di particolare confidenza e correlazione con l'indagato Venditti», l'allora procuratore aggiunto. E avrebbe avuto «un contatto con Sempio Andrea in data antecedente», rispetto alla notifica, «pur non risultando una ragione investigativa correlata a tale necessità». Il sospetto dei pm bresciani è che Sempio e i suoi familiari sapessero dell'indagine prima che Sempio (amico del fratello di Chiara Poggi) fosse stato formalmente informato.
Ci sono alcune intercettazioni che sarebbero state degli elementi a carico di Andrea Sempio, ma non sono state prese in considerazione o addirittura non trascritte in alcuni passaggi. E tra quelle captazioni ambientali, registrate nella macchina di Sempio nel 2017, ci sono anche stralci già venuti a galla in questi mesi in cui Andrea diceva al padre che avevano «cannato» una risposta. Nell'ambientale del 10 febbraio 2017, infatti, scrivono i pm bresciani, «subito dopo l'interrogatorio» di Sempio, quest'ultimo - che nell'ipotesi degli inquirenti sarebbe stato a conoscenza delle domande prima dell'audizione - aveva detto al padre che, nelle versioni fornite da loro due, «avevano “cannato” una risposta con riguardo al rinvenimento dello scontrino (elemento che forniva l'alibi a Sempio)». Nella stessa conversazione i due, secondo i pm, parlavano, poi, dell'atteggiamento degli inquirenti di Pavia dell'epoca. E Andrea Sempio diceva: «A parte che erano dalla nostra... perché mi han fatto alcune domande che io ho capito perché me le facevano». Riferendosi a «domande connesse - si legge nel decreto - alla localizzazione del telefono cellulare dell'indagato». La Procura, diretta da Francesco Prete, evidenzia anche «la breve durata dell'interrogatorio di Sempio» otto anni fa. E tra i passaggi dei colloqui non trascritti indica «il riferimento» del padre di Sempio alla «necessità di “pagare quei signori lì” con modalità non tracciabili». Frasi che, scrive la Procura di Brescia, erano di «forte valenza indiziaria», ma malgrado ciò venne anche «omessa ogni verifica bancaria» per rintracciare i «beneficiari» di quei pagamenti.
La Guardia di finanza di Pavia, su delega della procura di Brescia, ha poi sentito in mattinata al Comando provinciale i genitori di Andrea Sempio, perquisiti nell'ambito dell'indagine per corruzione in atti giudiziari a carico dell'ex procuratore Mario Venditti.
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