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L'omicidio di Chiara Poggi

Nuove perquisizioni a casa Sempio per il delitto di Garlasco. L’avvocato Lovati: «Collaboriamo»

A Pavia l’udienza per la proroga dell’incidente probatorio. Sullo sviluppo delle indagini il legale di Marco Poggi: «Sconcertati». Il difensore di Stasi: «Ipotesi grave»

Bruno Romani

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bruno.romani@ievve.com

26 Settembre 2025 - 12:51

«Sono sereni e stanno collaborando». Ha detto l'avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati, questa mattina (venerdì) entrando nella villetta di Garlasco dove abita la famiglia Sempio, coinvolta in un'inchiesta su una presunta corruzione in atti giudiziari che vede indagato l'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti. Gli inquirenti «stanno guardando Pc e telefonini e verbalizzando». 

Sempre oggi è cominciata davanti alla gip di Pavia Daniela Garlaschelli l'udienza per discutere la richiesta di proroga dell'incidente probatorio avanzata dalla genetista Denise Albani e dall'esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani, periti del giudice, nella nuova inchiesta della procura pavese sull'omicidio di Chiara Poggi. Ancora da sciogliere il nodo principale relativo ai due profili dl Dna trovati sulle unghie della vittima. Uno dei quali per la difesa di Stasi, per i pm e per i loro consulenti è riconducibile ad Andrea Sempio, unico indagato nella nuova indagine.

Francesco Compagna, legale di Marco Poggi, il fratello di Chiara, fuori dal palazzo di Giustizia di Pavia, ha rilasciato alcune dichiarazioni: «I genitori di Chiara son sconcertati da quello che leggono, è una ferita che non si rimargina mai. C'è il tentativo di rilanciare attraverso un meccanismo di sponda un'indagine che ad oggi ha portato solamente conferme sulla responsabilità di Stasi. - ha aggiunto - Siamo nel paradosso dei paradossi. Questo non è un colpo di scena. È una grande vicenda nella quale si ha l'impressione si combatta senza esclusione di colpi». Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta per omicidio e storico amico di Marco Poggi, il fratello di Chiara, «è stato sottoposto a intercettazioni - ha aggiunto il legale -, le indagini sull'omicidio sono state compiute anni e anni prima, questa vicenda è stata valutata da due gip e dalla corte d'Appello di Brescia». Oggi «eravamo qui per ragionare e chiedere che si faccia un incidente probatorio sull'impronta 33. La paura della famiglia e di tutti è che questo sia un tormentone infinito sulla pelle delle persone coinvolte e della credibilità della giustizia».

Anche l'avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, sulla nuova indagine sul caso Garlasco che vede indagato l'ex procuratore Mario Venditti interviene a margine dell'udienza di Pavia: «L'ipotesi accusatoria è talmente grave che credo non debba essere commentata da un semplice avvocato. I magistrati dimostreranno la fondatezza di queste indagini, ma la gravità dei fatti contestati è inaudita». «L'indagine che ha portato Stasi in carcere è stata costellata da errori e orrori, come cancellare un alibi. L'indagine di oggi di Pavia e quella di Brescia sono costellate di approfondimenti. Qui si aggiunge, non si toglie. E quando si aggiunge di solito si sbaglia meno».

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