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indagato per corruzione in atti giudiziari
27 Settembre 2025 - 09:52
«Quello che è successo oggi, la perquisizione mi offende come uomo e come magistrato». Sono le parole dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, ora indagato dalla Procura di Brescia per corruzione in atti giudiziari. Al centro dei sospetti degli inquirenti ci sarebbe la gestione della posizione di Andrea Sempio – amico del fratello di Chiara Poggi e ora indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco per omicidio in concorso – per il quale Venditti chiese e ottenne l’archiviazione nel 2017. L’indagine di Brescia ipotizza che Venditti abbia ricevuto tra i 20 e i 30 mila euro per favorire Sempio. Tra gli elementi agli atti ci sono prelievi in contanti, assegni emessi da familiari dell’indagato e intercettazioni in cui si fa riferimento alla necessità di “pagare quei signori lì”.
Venditti respinge con decisione ogni addebito: «Per 45 anni ho servito lo Stato anche in situazioni di pericolo, sono stato gli ultimi dieci anni sotto scorta e non meritavo tutto questo. Vada come vada, al di là del risultato delle indagini verrà fuori la verità che mi scagionerà sicuramente», ha detto l'ex procuratore alla trasmissione Quarto Grado.
L’ex magistrato ha aggiunto: «Non ho mai preso soldi o benefit per una professione che ho esercitato con grande dignità. Nessuno mi restituirà l’onore leso oggi», spiegando poi di essere a disposizione degli inquirenti. «Riferirò tutto quando mi presenterò davanti agli inquirenti che mi faranno le domande nel dettaglio – ha detto l'ex procuratore – Nessuno potrà mai restituire la mia dignità. È successa una cosa che non avevo mai previsto dopo 45 anni. Non sono neanche in grado di rispondere. Sono più che amareggiato. Sono a disposizione, da qui non mi muovo. Sono a disposizione, facciano quello che vogliano, tanto peggio di così».
L’ex procuratore ha inoltre ribadito la convinzione che Sempio non abbia avuto alcun ruolo nell’omicidio di Chiara Poggi: «Archivierei ancora la sua posizione. Penso che sia totalmente estraneo nella vicenda di Chiara Poggi».
L'avvocato di Venditti scrive al Ministro della giustizia: «Accusa surreale che destabilizza il sistema»
A difendere Venditti è l’avvocato Domenico Aiello, che ha definito “surreale” l’impostazione dell’indagine della Procura bresciana. In una nota inviata anche al ministro della Giustizia Carlo Nordio, il legale contesta l’idea che un «solo rigo di appunto, allo stato privo di autore», sequestrato mesi fa a casa dei genitori di Sempio, possa giustificare un’ipotesi di corruzione.
«L’intero sistema giudiziario si destabilizza con una simile surreale impostazione – ha dichiarato l'avvocato Aiello – Se un appunto proveniente dall’ambiente familiare di un indagato diventa, dopo anni, sufficiente a produrre una indagine per corruzione a carico di colui, l’unico di una lunga serie di magistrati, che ha assunto quella che riteneva una decisione giusta, addirittura confermata dalla Cassazione, allora vale tutto, ma per cortesia non parliamo più di Costituzione e garanzie per gli indagati».
L'avvocato inoltre precisa: «Il dott. Venditti non ha mai fatto il gip, né ha mai disposto o deciso l'archiviazione di chicchessia. Il dott. Venditti non ha mai svolto alcuna indagine presso la procura di Vigevano, la sola a svolgere indagini per l'omicidio di Chiara Poggi. Il procuratore Venditti si è occupato di Sempio in coassegnazione con altro magistrato della Procura di Pavia a marzo 2017, soltanto dopo il passaggio in giudicato della sentenza di condanna Stasi, disposto dalla corte di Cassazione a dicembre 2015. Tutto questo, un singolare e variegato iter giudiziario, con diverse istanze di revisione respinte, anni e anni di processo, cede il passo di fronte ad un solo rigo di un appunto, allo stato privo di autore, non certo univoco e rinvenuto guarda caso proprio adesso, il cui contenuto è stato già spiegato in diretta dal difensore dell'allora indagato Sempio, con coraggio e onestà. La banalità dell'ovvio».
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