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I trasferimento dei soldi, parla la mamma dell'indagato: «Avevamo bisogno di contanti per pagare le spese legali»

La famiglia di Sempio denuncia l'esposizione mediatica della vicenda. L'avvocato Lovati: «Il “non ricordo” era un mio consiglio»

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

27 Settembre 2025 - 12:19

I trasferimento dei soldi, parla la mamma dell'indagato: «Avevamo bisogno di contanti per pagare le spese legali»

Le perquisizioni di carabinieri e Guardia di finanza ieri a casa della famiglia Sempio (foto di Jose Lattari)

I soldi in contanti sarebbero serviti per pagare gli avvocati, e non per corrompere. È quanto ha detto Daniela Ferrari, la madre di Andrea Sempio, ai microfoni della trasmissione Quarto Grado dopo la svolta di ieri, con il nuovo fascicolo aperto dalla Procura di Brescia che ha indagato l'ex procuratore di Pavia Mario Venditti per corruzione in atti giudiziari. L'ipotesi dell'accusa è che l'ex magistrato abbia preso dei soldi dalla famiglia Sempio per alleggerire la posizione del figlio nel 2017.

«Avevamo bisogno di contanti per pagare gli avvocati», ha dichiarato la madre di Andrea Sempio, spiegando che la gestione concreta dei pagamenti sarebbe stata affidata al marito. «Io, personalmente – ha aggiunto Daniela Ferrari –, non sono mai andata a pagare nessun avvocato, questo dovreste chiederlo a mio marito».

Sulle accuse di corruzione, la donna ha replicato con durezza: «Il dottor Venditti noi l'abbiamo visto una volta sola a Pavia quando siamo stati chiamati nel 2017 e basta. Non lo conosciamo personalmente e nessuno della famiglia Sempio ha mai dato una lira al dottor Venditti. Quindi anche tutte le accuse che vengono fatte contro di lui, per quanto riguarda la famiglia Sempio, sono delle emerite schifezze».

Le dichiarazioni dell'avvocato Massimo Lovati venerdì mattina davanti alla casa della famiglia Sempio, a Garlasco

(video di Jose Lattari)

Ferrari ha poi parlato della pressione mediatica e giudiziaria: «Non possiamo ogni giorno essere in televisione con un'accusa diversa e tutte le volte senza avere una prova sicura. Siamo veramente stanchi che ogni due giorni ci sia una svolta. Sono state fatte tante di quelle svolte che, ormai, non sono più svolte: siamo in una spirale e basta».

Massimo Lovati, avvocato della famiglia Sempio, ha voluto fare alcune precisazioni rispetto ad alcune frasi intercettate all'epoca delle indagini, e ora finite all'attenzione dei magistrati che stanno indagando in questo nuovo filone: «Quelle parole derivano dai miei consigli – ha detto Lovati – All’epoca l’unico atto depositato era quello investigativo dell’agenzia SKP, quindi dissi loro: “guardate che vi chiederanno su queste cose”. Può darsi che abbia aggiunto: “se vi fanno domande su altro, rispondete che non ricordate”. Sono suggerimenti da avvocato, posso o è vietato?».

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