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Omicidio Garlasco, l'ex maresciallo Spoto parla in tv: «Mai preso soldi dalla famiglia Sempio»

Respinge i sospetti e ricostruisce una delle telefonate finite sotto la lente degli inquirenti. Intanto spunta un nuovo scontrino del parcheggio del 2007

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

04 Ottobre 2025 - 00:04

Omicidio Garlasco, l'ex maresciallo Spoto parla in tv: «Mai preso soldi dalla famiglia Sempio»

Andrea Sempio è indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia per omicidio in concorso

Giuseppe Spoto – ex maresciallo dei carabinieri in forze alla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia, ora in congedo – è intervenuto venerdì sera nel corso della trasmissione Quarto Grado, dopo le perquisizioni e i sequestri eseguiti la scorsa settimana nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brescia che coinvolge l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari. Nel corso di un’intervista rilasciata alla trasmissione di Rete Quattro, Spoto ha respinto con forza ogni ipotesi di rapporti economici con la famiglia Sempio.

«Non ho mai preso soldi dalla famiglia Sempio: non avrei mai venduto il mio onore e la mia divisa per niente al mondo», ha dichiarato Spoto, sottolineando come non sia indagato. «È stato uno shock, sicuramente, perché vedere arrivare nella propria abitazione alle sette del mattino otto persone per fare una perquisizione, per prendere un cellulare, due computer, un’agenda, le avrei potuto tranquillamente consegnare a espressa richiesta».

L’attenzione degli inquirenti si è concentrata anche su una telefonata intercorsa nel 2017 tra Spoto e Andrea Sempio, quest'ultimo attualmente indagato per omicidio in concorso nella nuova inchiesta della Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi.

L’ex maresciallo ha ricostruito così la conversazione: «Fare due chiacchiere per me era fargli la notifica, non c’era nessun secondo fine nella mia azione. Era quello il mio obiettivo. Chiamai per rassicurarmi che Sempio rimanesse a Montebello della Battaglia, presso l’Iper dove lavorava».

Tra i documenti raccolti dagli inquirenti compaiono anche le trascrizioni delle intercettazioni svolte all’epoca. Una frase, in particolare, è finita sotto la lente: “dobbiamo pagare quei signori lì”. Spoto ha spiegato: «Ricordo quel passaggio, ma la frase si completava. Mi sembra fosse la madre di Sempio che chiedesse al padre ‘a chi dobbiamo pagare’ e il padre rispondeva ‘agli avvocati’. Se io ho preso soldi? Assolutamente no, perché avrei dovuto? Io ho fatto solo il mio lavoro, ho una coscienza cristallina. Ho fatto 40 anni nell’Arma, sono figlio di carabinieri, sono stato educato in un certo modo. Non avrei mai venduto il mio onore e la mia divisa per niente al mondo», ha concluso l'ex maresciallo Spoto.

Durante la trasmissione è stato mostrato anche un nuovo elemento: uno scontrino della famiglia Sempio datato 14 agosto 2007, il giorno dopo l’omicidio di Chiara Poggi. Il documento, trovato tra vecchi incartamenti, si riferisce a un parcheggio nei pressi della libreria di Vigevano, luogo che Andrea Sempio sostiene di aver frequentato proprio in quei giorni. Un dettaglio che, secondo l’ipotesi formulata nel corso della trasmissione, potrebbe ridimensionare le polemiche intorno al primo scontrino del 13 agosto, che era stato conservato per anni dalla madre di Sempio e mostrato agli inquirenti solo successivamente.

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