inchiesta ex procuratore venditti

Garlasco, l’Anm di Brescia replica: «Attacchi gratuiti all'operato della magistratura»

La difesa dell’operato dei colleghi e l'invito alla cautela: «Critiche sì, ma senza delegittimare»

Ilaria Dainesi

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26 Ottobre 2025 - 18:11

Garlasco, l’Anm Brescia replica: «Attacchi gratuiti all'operato della magistratura»

Il Tribunale di Brescia

La Giunta esecutiva sezionale di Brescia dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) interviene con toni netti sulle polemiche scaturite attorno all’inchiesta di Garlasco e al ruolo dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, ora accusato di corruzione in atti giudiziari in merito al procedimento che si concluse con la prima archiviazione di Andrea Sempio dall'accusa di aver preso parte all'omicidio di Chiara Poggi. In una nota diffusa oggi, l’Anm bresciana ha espresso «forte preoccupazione» per i «recenti attacchi gratuiti e scomposti» rivolti alla magistratura locale nell'ambito dell'inchiesta. La presa di posizione di Anm arriva dopo le dichiarazioni del legale di Venditti, Domenico Aiello, che ha definito «falsa» la notizia di una nuova richiesta di sequestro nei confronti del suo assistito, parlando di una “situazione kafkiana”, e criticando le modalità della nuova indagine attraverso una lettera inviata al Ministro della giustizia Nordio.  Secondo la Giunta dell’Anm, il diritto di difesa «può anche comportare critiche, anche aspre, ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria», ma non deve mai «trasformarsi in una delegittimazione della funzione giudiziaria, tanto meno sulla base di mere illazioni, né nell'evocazione di forme di controllo politico sull'attività dei magistrati». La nota prosegue sottolineando che simili atteggiamenti rappresentano «un esercizio intimidatorio del diritto di difesa» e «disconoscono i valori di autonomia e indipendenza della magistratura». I magistrati bresciani invitano anche gli organi di informazione a «rifuggire dal sensazionalismo» e a garantire «una corretta informazione ai cittadini, soprattutto in vicende complesse e delicate». Nella nota, l'Anm di Brescia manifesta «piena solidarietà ai colleghi coinvolti» ed evidenzia infine che «la speciale qualifica di una persona sottoposta a indagini non può giustificare né trattamenti di favore né rigori arbitrari».

La Giunta esecutiva sezionale di Brescia dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) interviene con toni netti sulle polemiche scaturite attorno all’inchiesta di Garlasco e al ruolo dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, ora accusato di corruzione in atti giudiziari in merito al procedimento che si concluse con la prima archiviazione di Andrea Sempio dall'accusa di aver preso parte all'omicidio di Chiara Poggi. In una nota diffusa oggi, l’Anm bresciana ha espresso «forte preoccupazione» per i «recenti attacchi gratuiti e scomposti» rivolti alla magistratura locale nell'ambito dell'inchiesta.

La presa di posizione di Anm arriva dopo le dichiarazioni del legale di Venditti, Domenico Aiello, che ha definito «falsa» la notizia di una nuova richiesta di sequestro nei confronti del suo assistito, parlando di una “situazione kafkiana”, e criticando le modalità della nuova indagine attraverso una lettera inviata al Ministro della giustizia Nordio.

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Secondo la Giunta dell’Anm, il diritto di difesa «può anche comportare critiche, anche aspre, ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria», ma non deve mai «trasformarsi in una delegittimazione della funzione giudiziaria, tanto meno sulla base di mere illazioni, né nell'evocazione di forme di controllo politico sull'attività dei magistrati».

La nota prosegue sottolineando che simili atteggiamenti rappresentano «un esercizio intimidatorio del diritto di difesa» e «disconoscono i valori di autonomia e indipendenza della magistratura». I magistrati bresciani invitano anche gli organi di informazione a «rifuggire dal sensazionalismo» e a garantire «una corretta informazione ai cittadini, soprattutto in vicende complesse e delicate».

Nella nota, l'Anm di Brescia manifesta «piena solidarietà ai colleghi coinvolti» ed evidenzia infine che «la speciale qualifica di una persona sottoposta a indagini non può giustificare né trattamenti di favore né rigori arbitrari».