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l'operazione
25 Novembre 2025 - 10:53
In due anni, l’organizzazione criminale smantellata dalla Guardia di finanza ha movimento droga per un controvalore che supera i 27 milioni di euro. Nel corso delle indagini, sono stati ricostruiti gli spostamenti di oltre 3,5 tonnellate di cocaina (400 i chili sequestrati sia in Italia, sia all’estero), che arrivava in Lombardia dal Sudamerica su navi container. Sono in tutto 41 le persone indagate, di cui 28 destinatarie di misure cautelari personali – 25 in carcere e 3 ai domiciliari – con l’accusa di far parte di un’associazione criminale armata dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Sono in corso perquisizioni nelle province di Milano, Pavia, Bergamo, Parma, Imperia, Como, Roma, Taranto e Reggio Calabria, con l’impiego di unità cinofile specializzate nella ricerca di droga e denaro contante.

L’ordinanza è stata eseguita nelle scorse ore dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Milano e dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata. Un passaggio cruciale delle indagini è stato l’acquisizione, tramite numerosi Ordini europei di indagine, di conversazioni protette da sistemi di crittografia. La collaborazione con Eurojust ed Europol ha consentito di identificare gli appartenenti al sodalizio, soggetti che fanno parte della ’ndrangheta della Locride.
Il presunto capo, legato alla famiglia Barbaro di Platì (Reggio Calabria), era in contatto con broker internazionali di origine albanese. L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione nazionale antimafia, ha ricostruito una triangolazione di accordi tra esponenti della criminalità organizzata calabrese, lombarda e campana, finalizzata all’arrivo di ingenti quantità di droga in Europa.
Tra gli indagati figura anche un cittadino cinese, accusato di riciclaggio; avrebbe infatti agito come cambista, consentendo all’organizzazione di saldare forniture di droga attraverso un sistema di compensazione informale noto come fei eh ‘ien.

Le indagini hanno permesso di individuare una struttura criminale radicata in Lombardia, con ramificazioni in Germania, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito, Colombia e Brasile. Le importazioni avvenivano principalmente via mare, tramite la tecnica chiamata “rip-off” (o gacho eiego), che prevede l’introduzione della droga all’interno di container utilizzati per trasporti commerciali leciti. Le spedizioni sono transitate nei porti di Livorno, Rotterdam, Gioia Tauro e Le Havre.

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