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Delitto di Garlasco, le anticipazioni della nuova perizia genetica: Dna sulle unghie compatibile con quello di Andrea Sempio

Le analisi disposte nell'ambito dell'incidente probatorio. L'udienza in Tribunale a Pavia il 18 dicembre

Ilaria Dainesi

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ilaria.dainesi@ievve.com

27 Novembre 2025 - 08:17

Delitto di Garlasco, le anticipazioni della nuova perizia genetica: Dna sulle unghie di Chiara compatibile con quello di Sempio

La perita nominata dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli, la genetista della polizia scientifica Denise Albani, avrebbe rilevato «piena concordanza» tra l’aplotipo Y individuato su due unghie di Chiara Poggi nel 2007 e la linea paterna del profilo biologico di Andrea Sempio, oggi indagato dalla Procura di Pavia per omicidio in concorso nel delitto di Garlasco. Sono le anticipazioni – riportate sui quotidiani Il Corriere della Sera, La Repubblica e Il Messaggero – degli esiti della perizia disposta nell'ambito dell'incidente probatorio in corso.

L’indagine biostatistica, che sarà formalizzata nella perizia definitiva attesa per l’inizio di dicembre e che verrà discussa nell'udienza del 18, evidenzierebbe risultati diversi rispetto alle precedenti valutazioni.

Resta da chiarire in che modo quella traccia biologica sia finita sulle mani della vittima. Il 18 dicembre le parti saranno chiamate a discutere se ciò sia avvenuto per contatto diretto, cioè, negli istanti del delitto del 13 agosto 2007, o da trasferimento da un altro oggetto con cui è entrato in contatto anche Andrea Sempio, che era amico del fratello di Chiara e frequentava la casa di via Pascoli.

La comunicazione della perita – una Pec arrivata nella tarda mattinata di ieri, mercoledì ai consulenti delle parti e alla procura – avrebbe dunque rimesso al centro dell’inchiesta Andrea Sempio, già coinvolto nel procedimento in passato (la prima volta nel 2017, quando era procuratore aggiunto Mario Venditti che ora è indagato dalla procura di Brescia in due filoni d'inchiesta) e archiviato due volte.

La genetista Albani ha evidenziato nel documento che «l'aplotipo non è di per sé identificativo, quindi è un cromosoma Y, viene condiviso da tutti i soggetti imparentati in linea paterna, per cui non si può attribuire univocamente a una sola persona», ma rappresenta «un contesto familiare di appartenenza». Nonostante «i profili ottenuti sono dei profili non completi», gli accertamenti sarebbero stati sufficienti per stabilire la «piena concordanza».

La nuova lettura si pone in contrasto con quanto sostenuto in passato. Il genetista Francesco De Stefano, perito della Corte d’Appello bis che undici anni fa condannò Alberto Stasi, aveva scartato lo stesso Dna poiché ritenuto «non consolidato». Gli accertamenti condotti ora avrebbero invece concluso che i test di laboratorio dell’epoca furono effettuati con «campioni non omogenei», ma che comunque «nella sessione a 5 microlitri emerge un aplotipo parziale misto per un totale di dodici» marcatori.

«Alto valore di compatibilità» tra profilo maschile e linea familiare di Sempio

Risulterebbe esserci un «valore alto di attendibilità della compatibilità» con la linea maschile della famiglia Sempio del profilo genetico, non completo, trovato in particolare su un dito di Chiara Poggi. Si fa riferimento all’aplotipo Y, la componente genetica paterna, «con 12 marcatori su 16». È quanto emerge dall’analisi preliminare condotta dal perito Denise Albani, nominata dal Gip di Pavia per l’incidente probatorio in corso. Una valutazione considerata significativa, pur facendo riferimento a un campione parziale, e in linea con le conclusioni finora formulate sia dalla Procura che dalla difesa di Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi.

Il lavoro, basato su calcoli biostatistici e documentazione tecnica, è partito dagli accertamenti condotti nel corso del processo di Appello bis dal genetista Francesco De Stefano. In quella fase venne analizzato il materiale biologico rinvenuto sulle unghie della vittima.

Gli stessi dati indicano che le comparazioni genetiche – estese a tutti i profili genetici prelevati nell’incidente probatorio in corso – escludono corrispondenze con Alberto Stasi e con altri soggetti già esaminati.

Diversa, invece, la situazione relativa al materiale genetico rintracciato sull’anulare della vittima, riconducibile al profilo di “Ignoto 2”.  Dai dati finora acquisiti emerge l’assenza di compatibilità sia con Sempio sia con Stasi, così come con tutte le altre persone coinvolte nei prelievi.

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