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«Le orlatrici che la Moreschi vuole licenziare? Le prendo tutte io»

La proposta di Massimiliano Sandri, titolare del calzaturificio Mosaicon Shoes. «La scarpa vigevanese ha ancora un grande futuro, questo patrimonio di competenze professionali non può andare disperso»

Bruno Ansani

Email:

bruno.ansani@ievve.com

19 Maggio 2023 - 19:29

VIGEVANO - C'è uno spiraglio di luce per i lavoratori in esubero del calzaturificio Moreschi. Mentre l'azienda (proprietà del fondo svizzero Hurleys dal maggio 2020) ha avviato la procedura per il licenziamento di 35 dipendenti, conseguenza della chiusura dei reparti giunteria e pelletteria, si fa avanti un imprenditore calzaturiero, Massimiliano Sandri, che si dichiara disposto a portarli alla Mosaicon Shoes.

L'imprenditore calzaturiero Massimiliano Sandri

«Siamo molto interessati - spiega Sandri nell'intervista video qui sopra - a ricercare manodopera qualificata, quelle che noi chiamiamo "mani intelligenti". Artigiani qualificati, insomma, che vogliono entrare a far parte di una realtà in crescita e così evoluta come Mosaicon. Abbiamo saputo tramite i giornali della chiusura del reparto orlatura della Moreschi e saremmo ben lieti di accogliere  tutte le orlatrici che vorranno provare a lavorare con noi».

La proposta è stata già trasmessa ad Assolombarda, l'associazione degli industriali e comunicata anche alle organizzazioni sindacali. Queste ultime vedono con favore l'idea: non a caso all'interno dell'accordo in discussione nell'ambito della procedura avviata da Moreschi, è stato inserito un capitolo riguardante la possibilità di assorbire gli esuberi attraverso l'istituto della chiamata per distacco. Anche perché, riferiscono fonti sindacali, non c'è solo Mosaicon Shoes interessata ad assumere i lavoratori in uscita dalla Moreschi: la possibilità di ridurre sostanzialmente a zero il numero di licenziamenti viene quindi accolta come manna dal cielo.

LA REALTA' MOSAICON

La Mosaicon Shoes è nata nel 2013. Proveniente da Milano e dal mondo della finanza, Sandri ha deciso di diventare imprenditore, di produrre qualcosa di tangibile, concreto. E ha scelto la scarpa e Vigevano per investire. Ha rilevato dal fallimento una fabbrica storica vigevanese, il calzaturificio Mario Cerutti. In un decennio Mosaicon ha avuto una crescita impetuosa: una nuova sede nella zona industriale di corso Novara, 100 dipendenti, l'acquisizione di un tomaificio e di un altro piccolo calzaturificio (entrambi vigevanesi). «Non riusciamo a soddisfare tutte le richieste e smaltire gli ordinativi, per questo abbiamo bisogno di ingrandirci ulteriormente», spiega Sandri.  

La politica industriale dell'azienda è ben mirata: mettere al servizio dei grandi marchi della moda l'arte calzaturiera vigevanese. Non è il primo esempio, altre aziende hanno seguito questa strada e sono praticamente le uniche rimaste in piedi nella nostra città. Mosaicon, che produce scarpe da donna (arrivando anche a 150 mila paia l'anno) nel 2002 ha raggiunto un fatturato di 20 milioni di euro. In fabbrica l'età media dei lavoratori è di 29 anni. Le nuove leve vengono addestrate grazie ad accordi con le scuole professionali del territorio. Un progetto imprenditoriale che parte da una filosofia ben delineata: «La città può diventare - spiega l'imprenditore - un grande polo calzaturiero, un riferimento per i grandi marchi globali della moda che  qui possono trovare tutto il know-how necessario dal punto di vista produttivo e creativo. Il declino di questo distretto non esiste se si è in grado di intercettare la domanda dei grandi marchi internazionali. Vigevano non è più la capitale della calzatura ma ci sono ancora migliaia di persone estremamente competenti che operano in questa città».

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