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l'analisi economica
15 Febbraio 2024 - 16:45
VIGEVANO - La lotta all’inflazione, con l’aumento dei tassi di interesse è costata 65 milioni di euro alle micro, piccole e medie imprese (Mpmi) della nostra provincia. Più di qualche azienda si perde per strada e in un anno, tra settembre 2022 e settembre 2023, solo a Vigevano ne sono andate in fumo quasi 200 (600 in tutta la provincia).
Nonostante queste notizie che il presidente di Confartigianato Imprese Lomellina, Luigi Grechi, definisce «in chiaroscuro», si rileva «un desiderio di imprenditorialità che resiste, nonostante un anno non facile, caratterizzato da tassi di interesse portati alle stelle, caro-commodities e mercati stravolti da due conflitti importanti e tante tensioni geopolitiche». L’occasione è stata la presentazione, alla sede dell’associazione di via Ottone, con il presidente Grechi e il segretario Roberto Gallonetto, delle “Tendenze e prospettive per la provincia di Pavia” confezionata (vedi tabelle a fianco) sulla base delle elaborazioni dell’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia su dati Banca d’Italia, Istat, Unioncamere - ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2023 e Unioncamere-Movimprese.
Il presidente di Confartigianato Imprese Lomellina, Luigi Grechi (a destra) con il segretario dell'associazione Roberto Gallonetto
Soffrono il settore manifatturiero e delle costruzioni. Soffrono Vigevano e Mortara, ma fa ancora peggio, in termini percentuali, Robbio. Il bilancio è relativo al numero di imprese registrate, per settori e comuni, nell’area della Lomellina. Che tuttavia, complessivamente, registra un tasso di crescita dello 0,25% nel saldo tra iscrizioni e cessazioni relativo al secondo trimestre 2023 (fa solo leggermente meglio l’intera provincia di Pavia, a quota 0,27%). A volerla tradurre in parole povere, si potrebbe sentenziare che l’economia del territorio “si indebolisce ma non si piega”, grazie anche al traino – in cifre assolute - dei servizi, seguiti dalle costruzioni e dal manifatturiero. Le locomotive della Lomellina rimangono Vigevano (5.842 imprese nel secondo trimestre del 2023 contro le 6.098 del 2022) e Mortara (1.239 su 1.285) a dispetto di una flessione rispettivamente del 4,2% e del 3,6%).
Nella classifica delle “big”, la voglia di autonomia imprenditoriale ha inflitto un colpo più importante al saldo di Robbio (469 iscritte nel 2023 contro le 506 del 2022, pari ad una flessione del 7,3%), subito seguito da Gambolò (-6,4%). Il respiro per la Lomellina deriva tuttavia dal saldo tra iscrizioni e cessazioni. È evidente che ci si trova di fronte a un momento non facile, stretti tra la pandemia del 2020, la ripresa del 2021-2022 e il freno tirato del 2023. Nel 2022, racconta Grechi, «le aziende erano sommerse di ordini, molte erano persino costrette a respingere le commesse». Il rimbalzo del dopo Covid è stato così alto che se ne è persa la traiettoria: pochi avevano capito che si trattava di quella di un boomerang. La guerra In Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione salita in doppia cifra hanno riportato tutti, da primavera-estate del 2023, a una realtà piuttosto dura.
E il 2024 appena iniziato? Grechi prova a ipotizzare uno scenario favorevole: «Le incognite restano legate all’ipotizzata discesa dei tassi, fissata entro l’estate, e all’evolversi della corsa elettorale americana, che potrebbe influire direttamente sull’esito dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente» dice Grechi, che sottolinea «un aspetto non trascurabile nell’andamento economico territoriale: la nostra resilienza».
A dispetto della flessione del credito erogato in provincia di Pavia (-9,5% nel confronto 2022-2023) e dagli extra costi sopportati dalle Pmi determinati dal solo caro tassi (65) e dalla somma tra caro tassi, intensificazione del mismatch e caro bollette (316 milioni di euro totali in provincia di Pavia), «le aziende - afferma il presidente di degli artigiani - hanno continuato ad assicurare occupazione e benessere «a dimostrazione di come le trasformazioni digitale e di sostenibilità in corso siano la chiave di volta per resistere sul mercato».
IL RICHIAMO ALLA POLITICA
Nelle scorse settimane Confartigianato ha lanciato la campagna “Diventare grandi nelle piccole imprese”, con l’obiettivo di facilitare l’ingresso delle nuove generazioni in azienda e, di conseguenza, incrementare i processi di innovazione e sviluppo. La campagna, che durerà un anno intero, prevede inoltre un importante lavoro di supporto delle imprese da parte di Confartigianato Lomellina, per oliare con maggior vigore la macchina della competitività: «Dobbiamo, oggi più che mai, essere al fianco delle imprese con professionalità che le possano aiutare a diventare attrattive nei confronti dei talenti, affinché i “cigni neri” come pandemia, caro tassi e caro-commodities possano essere affrontati con spalle forti», sostiene Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Imprese Lomellina. Ma anche la politica può fare la sua parte: «Un sistema logistico e infrastrutturale efficace, una burocrazia snella e tasse locali contenute, soprattutto a beneficio delle startup, sono gli strumenti che devono essere prese urgentemente in carico dalla politica e dai nostri amministratori per impedire un impoverimento dell’economia. E, a ruota, un peggioramento della qualità della vita». «Infrastrutture migliori e aiuti sulle tasse locali».
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