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26 Febbraio 2024 - 16:39
VIGEVANO - La decisione è stata assunta questa mattina, nel corso dell'assemblea dei lavoratori del calzaturificio Moreschi con la presenza dei rappresentanti sindacali di Filctem Cgil, Uiltec Uil e Femca Cisl: contro la procedura di licenziamento avviata la scorsa settimana dall'azienda, viene proclamato lo stato di agitazione.
«I lavoratori riunitosi in assemblea in data odierna, esprimono la propria indignazione e delusione, in merito all’atteggiamento cinico dell’azienda, che ha fondato la sua strategia sulle menzogne, e promesse non mantenute, fregandosene altamente del destino di centinaia di famiglie. E’ una vera vergogna!», si legge in un comunicato stampa.
Per questo, prosegue il documento, «si è deciso lo stato di agitazione che prevede sciopero ad oltranza di un’ora al giorno con presidio davanti ai cancelli. Inoltre, hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali, di intraprendere un percorso con le istituzioni politiche, a partire dalla Giunta comunale di Vigevano: si chiederà un consiglio comunale aperto alla cittadinanza, oltre al coinvolgimento dell’Amministrazione Provinciale e della Prefettura».
Il comunicato sindacale ricostruisce anche tutta la vicenda Moreschi, in primo piano da quando la proprietà è passata nelle mani del fondo svizzero Hurleys.
«Nel mese di luglio 2023 si è conclusa con accordo sindacale l’ultima procedura di licenziamento collettivo, che ha visto la fuoriuscita di 27 dipendenti occupati prevalentemente nei reparti di orlatura e pelletteria. Per l’occasione, l’azienda Moreschi dichiarava: “la società si è trovata costretta ad intervenire sulla propria organizzazione produttiva quale unico rimedio per garantire la continuità dell’impresa e consolidare il sito produttivo di Vigevano”. Senza mai presentare un piano industriale. Va ricordato che dal mese di maggio 2020, quando si è concretizzato il passaggio di proprietà tra la famiglia Moreschi è il “Fondo Hurleys” l’azienda contava circa 280 dipendenti, ad oggi i dipendenti sono 80 complessivamente, di cui 59 dichiarati in esubero».
La nuova proprietà, prosegue il comunicato, «ha utilizzato ininterrottamente tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione, sospendendo dal lavoro i dipendenti, scaricando i costi sulla collettività, mentre le scarpe venivano prodotte altrove. Nonostante il numero esiguo di dipendenti rimasti in azienda, non è riuscita a mantenere la piena occupazione nemmeno negli ultimi mesi, quando i dipendenti addetti alla produzione erano sessanta circa, sospendendoli dal lavoro e collocati in ferie forzate. (Sarà questo l’assenteismo a cui fa riferimento l’azienda?)».
Secondo i sindacati, l'azienda ha sempre avuto in mente un'unica strategia e «l'abbiamo appresa il 19 febbraio scorso»:
Tutto ciò, conclude il comunicato «addossando la responsabilità sui lavoratori, considerandoli assenteisti e incapaci di mantenere livelli standard di quantità è qualità. Davvero molto curioso: fino al nuovo arrivo della proprietà, l’alto livello di qualità da sempre garantita dai lavoratori ha rappresentato un punto di vera eccellenza e ha consentito inoltre, la costante valorizzazione del Marchio. Sono state dichiarate molte falsità, per noi questo è inaccettabile, respingiamo con forza i licenziamenti dichiarati dall’azienda. Dichiariamo di essere disponibili a intraprendere una trattativa con l’azienda a condizione che l’unico obiettivo sia la salvaguardia dei posti di lavoro e il mantenimento dello stabilimento a Vigevano. Viceversa, non siamo disponibili a sottoscrivere accordi che sanciscono di fatto la chiusura di uno stabilimento storico come Moreschi».
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