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VIGEVANO
02 Maggio 2024 - 11:03
VIGEVANO - L’aumento delle tasse non piace a nessuno, ma quello relativo alla Tari 2024 risulta particolarmente indigesto ai commercianti vigevanesi, che protestano contro l’incremento del 7% delle utenze non domestiche.
Le tariffe della tassa rifiuti sono state approvate la scorsa settimana in consiglio comunale. A fronte di una spesa del servizio (che va coperta, appunto, con la Tari) rimasta pressoché invariata, le utenze domestiche non hanno subito modifiche rilevanti, mentre l’adeguamento Istat e la quota spettante alla Provincia (Pavia ha deciso per il 5%) si sono scaricati interamente sulle utenze non domestiche: attività produttive, negozi, servizi.
Ascom Vigevano però non ci sta e in un comunicato firmato dal presidente Renato Scarano e dal segretario Massimo Negri, attaccano la scelta votata (dalla sola maggioranza di centrodestra) in consiglio comunale. «È inaccettabile per le nostre aziende l’aumento della Tari. Evidenziamo come la comunicazione di questo ulteriore aumento sia avvenuta senza alcun confronto preventivo - si legge nel comunicato Ascom - Dalle nostre analisi, in questi ultimi anni, specificatamente dal 2020 sino ad oggi, l’importo della Tari ha subito per le nostre imprese una crescita mediamente di oltre il 50%, pur tenendo conto delle riduzioni per alcune categorie negli anni 2021 e 2022 a seguito del Covid».
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L’analisi effettuata da Ascom è rappresentata dalla tabella qui sopra. «Un’azione di questo genere - prosegue la nota - tende a disincentivare gli investimenti rendendo meno competitivo il sistema commerciale della città che dovrebbe, al contrario, basarsi su supporti e incentivi in prospettiva di uno sviluppo futuro» Imprese che invece vengono esposte «al rischio di ulteriori chiusure». «Sarebbe quanto mai necessaria - concludono Scarano e negri - una revisione complessiva della tassa, basandola direttamente sulla quantità e sulla qualità dei rifiuti prodotti, anziché considerare solo la superficie degli esercizi. Inoltre, sarebbe necessario inserire una premialità per chi effettivamente differenzia nel modo corretto: “meglio differenzi meno paghi”. Chiediamo di rivedere gli aumenti previsti che non trovano nessuna giustificazione nella pratica e che si apra un dialogo con l’amministrazione sulle soluzioni da adottare».
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