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vigevano
30 Maggio 2024 - 16:53
VIGEVANO - Si è chiusa nel pomeriggio di mercoledì la vertenza Fiscatech, con l’approvazione da parte dell’assemblea dei lavoratori dell’accordo raggiunto negli ultimi giorni tra sindacati a azienda. Un’intesa migliorativa di quella proposta in precedenza, sostengono i sindacati.
Ma l’epilogo resta comunque quello più amaro, ovvero la chiusura dello stabilimento di via Oroboni, con l’opzione per i lavoratori di accettare il trasferimento all’altra sede friulana del gruppo (trasloco che sarebbe stato accettato - secondo fonti sindacali - da non più di 4-5 lavoratori).
«Dopo circa tre mesi di trattative - si legge invece in un comunicato ufficiale diramato ieri pomeriggio da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil - mercoledì 28 maggio è stato raggiunta l’intesa sul percorso da intraprendere per la gestione degli esuberi che si sono venuti a creare a seguito della decisione di Fiscatech di trasferire tutta l’attività produttiva compreso tutti i dipendenti del sito di Vigevano, a Cormons (Gorizia) dove è ubicato un altro stabilimento del gruppo. Al termine della trattativa è maturata la consapevolezza da parte di tutti che la procedura da intraprendere fosse quella del licenziamento collettivo, e non quella di trasferimento, visto l’impossibilità logistica e non per indisponibilità dei dipendenti a trasferirsi a 450 km di distanza. In ogni caso, da qualsiasi punto di vista la si guardi, di fatto, lo stabilimento di Vigevano chiude e cessa di produrre. Ovviamente la procedura di licenziamento collettivo, non pregiudica la possibilità per coloro che decideranno di trasferirsi. A breve l’azienda avvierà la suddetta procedura, che riteniamo possa concludersi rapidamente, visto che in linea di massima sono stati già individuati e concordati gli strumenti da utilizzare per la gestione degli esuberi». La trattativa si era riaperta dopo il rifiuto della Cgil di firmare un primo verbale di accordo che prevedeva incentivi ritenuti inadeguati per i lavoratori non disposti a trasferirsi e la minaccia, da parte delle tre organizzazioni, mentre i lavoratori erano scesi in sciopero ad oltranza, di impugnare tutta la procedura avviata dall’azienda.
«Alla fine si è scelta la strada corretta - commenta Giovanna Currò, segretaria provinciale di Filctem Cgil - Fin dall’inizio avevamo fatto presente all’azienda che dimissioni di massa dei lavoratori per giusta causa sarebbero state messe sotto la lente d’ingrandimento da parte dell’Inps, con il rischio di vanificare i diritti dei lavoratori, costretti di fatto a lasciare il loro posto di lavoro. Con questo accordo, peraltro, siamo riusciti a ottenere un incentivo all’esodo molto più corposo di quello che era stato ipotizzato al momento della rottura della trattativa».
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