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12 Giugno 2024 - 21:00
VIGEVANO - Anno dopo anno è diventata la fabbrica più grande della città, con i suoi complessivi 350 posti di lavoro. Ma con la crescita del gruppo, Isem oggi ha un problema di spazi. Non basta più il vecchio insediamento di via Gianolio e non sono sufficienti nemmeno gli spazi già occupati nell’area dei Magazzini Generali Viscontei in corso Torino.
L’azienda ha comunicato nei giorni scorsi ai sindacati l’intenzione di trasferire l’attività, anche se non lontano da Vigevano (probabilmente a Trecate). Tuttavia, anche se la vicenda è ben distante da quelle degli ultimi mesi e Isem non ha nessuna intenzione di tagliare posti di lavoro essendo, al contrario, un’azienda in piena salute ed in espansione, la perdita per Vigevano sarebbe grave, uno smacco difficile da digerire.
Per questo i sindacati, in questi giorni, hanno chiesto al sindaco Andrea Ceffa di convocare un tavolo con tutti i soggetti interessati, alla ricerca di una soluzione. Isem è nata nel 1949 su iniziativa di imprenditori vigevanesi e da una quindicina di anni ha compiuto una serie di balzi che hanno portato alla formazione di un vero e proprio gruppo, con l’acquisizione di altre aziende, la fusione con Bramucci group, l’ingresso di un fondo come Peninsula come controllante. Alla produzione delle scatole rigide destinate a prodotti di lusso (soprattutto cosmetici) si è aggiunto anche il confezionamento. I dipendenti diretti, a Vigevano, sono 190, mentre con i lavoratori di una cooperativa e i somministrati stagionali si arriva a 350 e in alcuni periodi anche oltre i 400.
«È un’azienda leader a livello europeo, un fiore all’occhiello della nostra provincia e anche un buon modello nei rapporti sindacali - spiega Emanuele Colombo, della Slc Cgil Sud Lombardia - Ad oggi l’intenzione sembra quella di lasciare Vigevano, spostandosi di pochi chilometri, in una destinazione che i lavoratori dovrebbero accettare contrattualmente, ma che creerebbe difficoltà a diversi di loro. Tuttavia non sono in discussione i posti, ma l’importanza di mantenere sul territorio provinciale un’unità produttiva di questo valore e dimensioni. Abbiamo chiesto al sindaco di convocare un tavolo per capire quali siano le richieste di Isem e verificare l’esistenza di condizioni per mantenere l’attività a Vigevano».
In realtà alcune soluzioni erano già state prese in considerazione l’anno scorso, con contatti a livello avanzato con il Comune (incontri con il sindaco e anche con la struttura tecnica) e con i Magazzini Generali Viscontei di Vigevano, dove già si svolge parte della produzione. Poi il dietrofront: scelte aziendali diverse stanno portando a un inatteso trasloco. «Faremo tutto il possibile per trattenere Isem a Vigevano - commenta il sindaco Ceffa - perchè anche se i posti di lavoro non sono in pericolo è importante che un’azienda così rimanga in città, con tutto l’indotto che comporta. Ho intenzione di convocare sindacati e azienda per aprire un confronto sulle soluzioni possibili: quella con i Magazzini Viscontei era arrivata a un punto avanzato, ma se si trovassero anche altri immobili disponibili e in grado di soddisfare le esigenze dell’azienda potranno essere considerati».
LA CONFERMA DI MAGAZZINI VISCONTEI: ERA PRONTO UN ACCORDO
Da diverso tempo parte della produzione Isem è stata spostata in uno dei capannoni (circa 6 mila metri quadri) facenti parte del complesso dei magazzini Generali Viscontei di Vigevano, in corso Torino. Lo confermano le parole di Paolo Ferrari, amministratore della compagnia che da oltre cinquant’anni opera sul nostro territorio nel campo della logistica. «Isem produce in uno dei nostri spazi, ma utilizza anche la nostra logistica», dice Ferrari. Proprio da questo rapporto consolidato era nata l’idea di fare dei Magazzini di corso Torino la futura sede della Isem, che aveva la evidente necessità di spostarsi da via Gianolio.
Si era considerato un ampliamento consistente (si parla di oltre 30 mila metri quadri) e un progetto di massima è stato portato all’esame del Comune. «Abbiamo avuto diversi incontri - conferma Ferrari - non solo con il sindaco Ceffa, ma anche con la struttura tecnica e c’era la volontà di consentire e agevolare l’operazione assecondando le esigenze di Isem. Noi abbiamo anche comprato dei terreni adiacenti alla nostra proprietà, proprio per realizzare gli spazi necessari. A questo scopo abbiamo anche siglato una lettera di intenti, che però non conteneva alcun vincolo. Poi da Isem non abbiamo saputo più nulla, nessuna risposta ufficiale a conferma dell’impegno sottoscritto».
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