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agricoltura e cibo
09 Novembre 2024 - 12:00
Uno studio approfondito condotto dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), che coinvolge 156 paesi, conferma che i costi nascosti all'interno dei sistemi agroalimentari globali ammontano a circa 12 trilioni di dollari all'anno. Di questa cifra, circa il 70% (8,1 trilioni di dollari) deriva da modelli alimentari non salutari ed è collegato a malattie non trasmissibili (NCD) allarmanti, come malattie cardiache, ictus e diabete, superando di gran lunga i costi legati al degrado ambientale e alle disuguaglianze sociali.
Il rapporto The State of Food and Agriculture 2024 (SOFA), si basa sull'edizione del 2023 per fornire un’analisi ancora più approfondita, utilizzando il metodo del calcolo del costo reale per rivelare l'intera gamma di costi e benefici associati alla produzione, distribuzione e consumo di alimenti, inclusi quelli non riflessi nei prezzi di mercato – i cosiddetti “costi e benefici nascosti”. Il rapporto aggiorna queste stime dei costi, li suddivide per tipi di sistemi agroalimentari e traccia un percorso per un cambiamento trasformativo nei nostri sistemi agroalimentari.
Lo studio descrive come i costi nascosti globali siano in gran parte guidati dai costi nascosti per la salute, seguiti dai costi nascosti per l'ambiente, soprattutto nei sistemi agroalimentari più industrializzati dei paesi a reddito medio-alto e alto.
Analizzando gli impatti sulla salute, il rapporto identifica 13 fattori di rischio dietetico. Tra questi figurano un insufficiente consumo di cereali integrali, frutta e verdura; un consumo eccessivo di sodio; e un’elevata assunzione di carni rosse e lavorate, con notevoli differenze tra i vari sistemi agroalimentari.
I costi nascosti variano a seconda del tipo di sistema agroalimentare
Storicamente, i sistemi agroalimentari sono passati da tradizionali a industriali, con risultati e costi nascosti differenti. Per questo motivo, il rapporto esplora come i costi nascosti si manifestino nei vari tipi di sistemi agroalimentari in tutto il mondo.
Per facilitare l’analisi, la ricerca introduce una tipologia che classifica i sistemi agroalimentari in sei gruppi distinti: crisi prolungate, tradizionali, in espansione, in diversificazione, in formalizzazione e industriali. Questo quadro consente di comprendere meglio le sfide e le opportunità uniche di ciascun sistema, permettendo lo sviluppo di politiche e interventi su misura.
Ad esempio, mentre una dieta povera di cereali integrali rappresenta il principale fattore di rischio dietetico nella maggior parte dei sistemi agroalimentari, nei sistemi di crisi prolungata (caratterizzati da conflitti duraturi, instabilità e insicurezza alimentare diffusa) e in quelli tradizionali (con bassa produttività, limitato utilizzo della tecnologia e catene del valore più corte), la principale preoccupazione è la bassa assunzione di frutta e verdura.
L’eccessivo consumo di sodio è un’altra questione significativa, con una tendenza in crescita man mano che i sistemi agroalimentari evolvono da tradizionali a formalizzati, raggiungendo il picco nei sistemi formalizzati e poi riducendosi nei sistemi industriali. Al contrario, il consumo di carne rossa e lavorata aumenta costantemente durante la transizione dai sistemi tradizionali a quelli industriali, dove diventa uno dei principali rischi dietetici.
Oltre ai rischi dietetici, l’impatto ambientale delle pratiche agricole non sostenibili contribuisce sostanzialmente al carico dei costi nascosti. I costi associati alle emissioni di gas serra, al deflusso di azoto, ai cambiamenti nell'uso del suolo e all'inquinamento delle acque sono particolarmente elevati nei paesi con sistemi agroalimentari in diversificazione – dove la crescita economica rapida si accompagna a modelli di consumo e produzione in evoluzione – raggiungendo una stima di 720 miliardi di dollari. Anche i sistemi agroalimentari formalizzati e industriali affrontano costi ambientali significativi. Tuttavia, i paesi che affrontano crisi prolungate sopportano i costi ambientali relativi più elevati, pari al 20% del loro PIL.
I costi sociali, tra cui povertà e malnutrizione, sono maggiormente diffusi nei sistemi agroalimentari tradizionali e in quelli colpiti da crisi prolungate. Questi costi sociali rappresentano rispettivamente l'8 e il 18% del PIL, evidenziando l'urgente necessità di migliorare i mezzi di sussistenza e di integrare sforzi umanitari, di sviluppo e di costruzione della pace.
SOFA 2024 sottolinea l’importanza di adattarsi ai contesti locali e di considerare le priorità dei vari stakeholder. Questo è illustrato attraverso casi di studio rappresentativi di paesi diversi e tipi di sistemi agroalimentari, come Australia, Brasile, Colombia, Etiopia, India e Regno Unito.
Un invito all’azione collettiva
In generale, il rapporto chiede una trasformazione dei sistemi agroalimentari orientata ai valori per renderli più sostenibili, resilienti, inclusivi ed efficienti. Questo richiede di andare oltre le tradizionali misure economiche come il PIL, utilizzando il calcolo del costo reale per riconoscere i costi nascosti. Con questo approccio, i decisori possono fare scelte più informate che migliorino il valore sociale dei sistemi agroalimentari, riconoscendone i ruoli essenziali per la sicurezza alimentare, la nutrizione, la conservazione della biodiversità e l’identità culturale. Per realizzare questa trasformazione, è anche necessario colmare i divari settoriali, allineare le politiche tra salute, agricoltura e ambiente e garantire che i benefici e i costi siano equamente distribuiti tra tutti gli stakeholder.
“Le scelte che facciamo ora, le priorità che fissiamo e le soluzioni che implementiamo determineranno il nostro futuro condiviso. Il vero cambiamento inizia con azioni e iniziative individuali, supportate da politiche favorevoli e investimenti mirati. La trasformazione dei sistemi agroalimentari globali è fondamentale per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) e garantire un futuro prospero per tutti,” ha dichiarato il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu.
Il rapporto sottolinea che questa trasformazione richiede un’azione collettiva, coinvolgendo produttori primari, imprese agroalimentari, governi, istituzioni finanziarie, organizzazioni internazionali e consumatori. Sebbene affrontare i costi nascosti comporterà impatti disomogenei tra gli stakeholder, i paesi e nel tempo, politiche e regolamentazioni di supporto possono contribuire a minimizzare le difficoltà, soprattutto per i piccoli produttori e le piccole imprese agroalimentari, promuovendo l’adozione anticipata di pratiche sostenibili e proteggendo i gruppi sociali vulnerabili.
Le principali raccomandazioni includono:
A proposito di SOFA
Il rapporto SOFA è una panoramica annuale completa su temi legati al mandato della FAO. Pone un forte accento sulle nuove aree di sviluppo, come i sistemi agroalimentari e le tecnologie digitali in agricoltura. Questa è la prima volta che la pubblicazione di punta si concentra sullo stesso tema per due anni consecutivi, evidenziando l’urgente necessità di una trasformazione dei sistemi agroalimentari per garantire un futuro sostenibile.
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