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VIGEVANO

Moreschi, un capannone (con marchio) al posto dell'ex calzaturificio Speroni: per ora è solo un magazzino

Suscita speranze il primo concreto segnale di presenza a Vigevano della nuova proprieta (gruppo Glam) dell'azienda fallita un anno fa

Bruno Ansani

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bruno.ansani@ievve.com

31 Luglio 2025 - 16:56

Moreschi, un capannone (con marchio) al posto dell'ex calzaturificio Speroni: per ora è solo un magazzino

VIGEVANO . L'inconfondibile M formata da due scarpe, il classico marchio Moreschi, è riapparsa in città. I nuovi proprietari (il gruppo Glam) lo hanno apposto, ben visibile, su un capannone di via Bertolini (zona commissariato di Ps, ex Cascami Seta) che fino a qualche anno fa era la sede del calzaturificio Speroni. 

Niente produzione però, almeno per il momento: la sede viene utilizzata per stoccare il materiale recuperato (dai pellami alle scarpe e ai macchinari) dal vecchio stabilimento di via Cararola, operazione in corso in queste settimane. E a lavorarci vi è un dipendente assunto tra gli ex della vecchia Moreschi.

L'annuncio dell'apertura del magazzino a Vigevano non è comunque una novità. Se ne era parlato nella call con sindacati e curatore che si era tenuta a metà giugno con i sindacati, Andrea Usuelli (uno dei due soci fondatori di Glam, l'altro è Riccardo Libertino)  e il curatore fallimentare della Moreschi Stefano Gorgoni, durante la quale Usuelli aveva sintetizzato il programma della "nuova" Moreschi.

La produzione a Vigevano è comunque già iniziata conto terzi in un paio di calzaturifici anche di nome, ma per uno stabilimento autonomo nella nostra città bisognerà aspettare: si parte infatti senza fare passi avventati, con una produzione limitata di paia, per sondare il mercato e vederne la risposta.

Ma è bastata l'apparizione del marchio sui muri del capannone per suscitare aspettative. Piero Pizzi di Vigevano Prima di Tutto ha subito parlato di  «barlume di speranza» che «illumina il panorama industriale vigevanese». Impossibile sapere ora se sarà così, ma indubbiamente quel marchio che campeggia è un po' come il "bat segnale" che illumina le notti buie di Gotham City.  

Un po' di luce la aspettanoanche i 129 ex dipendenti del calzaturificio fallito, che vedono rinviata ancora a inizio ottobre l'udienza che permetterà loro di insinuarsi nella procedura di liquidazione e ottenere le loro spettanze. Il problema è di natura tecnica ed è dovuto ad un disallineamento verificato tra le scritture aziendali e il fondo di garanzia Inps. L'ente previdenziale ha dovuto ricostruire una per una le posizioni di tutti i lavoratori, un'operazione lunga, complessa e indispensabile a definire i crediti di ciascun lavoratore. 

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