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rassegna letteraria
14 Ottobre 2021 - 17:29
«Non chiedetemi se c’è una ricetta per uscire dalla crisi economica. Non c’è: non siamo in cucina. Bisogna rimboccarsi le maniche, farlo subito e smetterla di dare la colpa agli altri». Parole secche, precise, essenziali, disilluse. Così Carlo Cottarelli, uno dei più celebri e quotati economisti italiani, riassume il suo intervento a Vigevano. Verrà in Cavallerizza stasera, giovedì 14, alle 21 nell’ambito della Rassegna Letteraria. In un dialogo con Mauro Meazza, caporedattore centrale del Sole 24 Ore, l’evento “L’economia che verrà” si collega con “All’inferno e ritorno”, l’ultimo saggio a tema scritto da Cottarelli edito da Feltrinelli.
«In questa situazione post pandemica, in cui l’economia cresce leggermente - dichiara l’economista in una breve chiacchierata pre intervista - e l’Unione Europea ha dato fondi a getto, dipende veramente da noi. Salvo recrudescenze del Covid, nella prima metà del prossimo anno si potranno tirare le somme dopo un ventennio in cui l’economia non fa altro che scendere. Ripeto: chi comanda si prenda le proprie responsabilità, cercando di garantire più uguaglianza possibile. L’alternativa è vedere ancora i giovani migliori che vanno via, e quelli che vivono sulle spalle degli altri che rimangono.
Se così dovesse essere vuol dire che ce lo saremo meritato: la Storia è piena di Nazioni potenti che falliscono, è nell’ordine delle cose».
Chirurgico, lucido, senza sconti. Si preannuncia una serata di grande divulgazione. “All’inferno e ritorno” segue lo stesso schema. «Ora - riassume la trama - abbiamo davanti a noi la responsabilità della ricostruzione. Per questo ci vuole la politica, e infatti questo è un libro (anche) politico. Perché parla di come la società italiana dovrebbe funzionare sulla base di un principio ideale: la possibilità per tutti di avere un futuro nella vita, indipendentemente dalle condizioni in cui si è nati. È importante che le agende politiche partano da una chiara enunciazione della società che si vorrebbe realizzare. Altrimenti, la politica diventa personalismo, opportunismo e cinismo.
«Dalla crisi stiamo emergendo, ma non basta tornare a dove eravamo nel 2019, l’anno che ha chiuso il peggior ventennio nella storia economica d’Italia. Per ripartire davvero servono riforme radicali nella nostra economia e nella nostra società».
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